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Antonio Rubino direttore del Gruppo Puglia Press ed esperto di social e mobile marketing


Questa è una campagna elettorale anomala, diversa dalle altre. Questa, oltre ad altre precedenti, si sono disputate prevalentemente sui social. A farla da padrone sono stati i movimenti populisti. Una buona parte di fruitori del reddito di cittadinanza hanno voluto in qualche modo ricambiare il “regalo” che mensilmente gli veniva riconosciuto per…non far nulla e si sono sentiti in dovere difendere quanto percepito nei confronti di chi glie l’ha concesso. Per questo, piuttosto che il buongiorno che tanti di noi ricevono quotidianamente da molti amici su wattsapp, puntualmente in ogni ora del giorno, occupano il proprio tempo a proferire frasi ingiuriose contro gli avversari del loro “movimento”. “Cazzaro, pescivendola, pregiudicati, ladri” sono gli aggettivi meno offensivi che si leggono. Il primo a vincere le elezioni grazie ai social fu un certo Barack Obama nelle presidenziali. La velocità della trasmissione delle notizie e degli appelli, furono l’asso nella manica del presidente soprattutto grazie ai voti di giovani under 30. Lo capirono immediatamente i suoi avversari, tra questi un certo Vladimir Putin che pensò, attraverso una rete di pagine e profili fasulli, di fare propaganda e interferire indirettamente nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Questi account erano riconducibili all’Agenzia per la ricerca su Internet, un’organizzazione che aveva stretti legami con il governo russo ed era nota per le sue campagne online. Tra giugno 2015 e maggio 2017 furono stati spesi circa 100mila dollari per promuovere 3mila post sponsorizzati legati a 470 account fasulli. Il leader di un noto movimento populista italiano ed il suo GURU esperto di tecnologia e social hanno sempre colto la palla al balzo. In realtà non hanno bisogno di profili falsi, basta utilizzare la forza “gratuita” dei fruitori del reddito che possono restare tranquillamente a casa, mentre per raccogliere gli ortaggi nei campi abbiamo bisogno che arrivino clandestini dall’Africa.  Mi occupo da circa 40 anni di comunicazione. Ho creato centinaia di campagne elettorali. La prima, tanti anni fa per un noto onorevole martinese che ha anticipato tutti i tempi. Era una macchina da guerra ed arrivava sempre primo. Conseguiva la maggiore percentuale di voti in Italia. La comunicazione è cambiata in questi 40 anni e seguire i tempi è come inseguire Pietro Mennea nei suoi memorabili 200 metri.  Oggi cambia tutto rispetto a ieri. Tuttavia, modestia a parte, rimaniamo i migliori. Le nostre idee continuano a conseguire risultati inimmaginabili. Eppure, mentre qualcuno che fino a ieri, predicava contro le apparizioni televisive, le campagne pubblicitarie, i lauti stipendi e diceva di comunicare direttamente con i “cittadini”, oggi apre lussuosi comitati elettorali, fa spot televisivi, fa circolare imponenti vele pubblicitarie e usa manifesti giganti. L’ipocrisia non è degli ipocriti. Evviva la pubblicità. Ve lo scrive uno che ha sempre cambiato canale quando vedeva la pubblicità che veniva interrotta dai film.  Saranno queste elezioni condizionate dalla comunicazione? Come sempre. Dal nostro canto cerchiamo di farvi conoscere meglio i candidati che si rivolgono a noi. E’ il nostro impegno per una Puglia migliore.

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