Qualche mese fa il leghista Salvini aveva utilizzato parole durissime nei confronti degli immigrati. E’ stato preso a pomodori a Taranto e a Locorotondo. Proprio nel periodo in cui l’operazione Mare Nostrum era nelle cronache quotidiane.  Salvini parlava dell’Africa dove “c’è un sistema sanitario arretrato”. E parlava di Ebola. E certamente il focolaio dell’Ebola non è mica l’Europa. Lungi da ogni qualsivoglia sfumatura razzista, ma basterebbe consultare qualsiasi medico per farsi dire da dove provengono queste malattie.

Effettivamente gli immigrati da noi provenienti dalla Sierra Leone (una delle zone interessate dal focolaio) portano con sé questa patologia. Non nascondiamoci dietro all’ipocrisia. Non si tratta di essere prevenuti. Ma di cercare di capire in che modo vengono effettuati i controlli: I casi e le vittime provocate dal virus crescono smisuratamente, in particolare parliamo dell’area che interessa i seguenti paesi: Sierra Leone, Liberia, Mali e tutti quelli limitrofi.

Vogliamo, inoltre, ricordare che si tratta del caso di diffusione più pericoloso da quando il virus è stato individuato 40 anni fa, ed è la prima volta che tale epidemia si spinge verso le zone settentrionali dell’Africa.

In Italia, ed esattamente a Pisa, in seguito allo sbarco di circa 40 clandestini lo scorso venerdì, si è già parlato di un possibile contagio.

Pertanto coloro che dicono che la situazione è sotto controllo sbagliano di grosso. Dov’è la prevenzione? I controlli? Con quali parametri i medici, pronti lì nei porti ad accogliere e a visitare, lasciano andare poi via quegli immigrati senza visite mediche più approfondite?

Intanto il governo nigeriano, ad esempio, ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per il virus Ebola. La decisione del Presidente, Goodluck Jonathan, è stata annunciata ieri sera e prevede anche uno stanziamento di 9 milioni di euro. Le scuole resteranno chiuse e ci sono limitazioni per gli ingressi nel Paese. I morti nigeriani restano, per ora, due. Vengono però monitorati i sintomi di 139 malati. In Italia il ministero della Salute rassicura: allo stato non c’è alcun rischio. Ma a Pisa però si parla di “possibile contagio”.

Da lunedì la questione sarà affrontata anche da un comitato etico istituito dall’Oms. Quindi forse è arrivato il momento di non scherzare più. L’accoglienza è un dovere etico, prima ancora che giuridico (le norme internazionali sul diritto di asilo politico vanno rispettate – parliamo anche di bambini e donne che sfuggono da condizioni di difficoltà). Il ministro Kyenge in visita a Martina Franca poco tempo fa ha detto una cosa seria: “di tutti i paesi dell’UE solo 7 o 8 si occupano solo di accoglienza”. Gli altri paesi dell’UE non vogliono la patata bollente in mano. Ma dovranno fare i conti col fatto che gli stranieri poi lasciano anche l’Italia. L’ebola sembra essere, purtroppo, la giustiziera miserabile di fronte all’insensibilità dei capoccioni di Bruxelles.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando a usare questo sito, siete d'accordo con l'uso dei cookie. maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close