Dura presa di posizione da parte di ENPA – LAC – LAV – LIPU – WWF contro la proposta di modifica della legge regionale sulla caccia, la n. 27/98, che andrà a breve in Consiglio. La proposta di modifica, per la cronaca, è firmata dal consigliere regionale Donato Pentassuglia. Le associazioni ambientaliste hanno definito tale proposta una “legge vergogna”, per via di «illegittimità costituzionali e contenuti inaccettabili, quali il rilancio dei richiami vivi, l’aumento della stagione venatoria, la libera caccia su tutto il territorio agli uccelli migratori». L’appello al governatore Vendola è che «fermi questa deriva da ultrà della caccia ed eviti che la Puglia si candidi a maglia nera d’Italia». Le cinque associazioni definiscono tale legge, che i consiglieri regionali sarebbero pronti a votare, come «una delle peggiori leggi sulla caccia d’Italia, infarcita di illegittimità costituzionali e ricca di contenuti intollerabili». Le associazioni che tutelano le specie animali, e non solo quelle in estinzione, sono convinte che «la filosofia con cui Pentassuglia ha impostato la sua proposta aumenta ancor più la distanza tra la legge pugliese e la legge statale per la tutela della fauna (la legge 157/92), recependola in modo confuso e contraddittorio e in alcuni casi infrangendola palesemente. Una proposta all’insegna della pessima caccia, che genererà immediati ricorsi alla Corte Costituzionale, ai TAR e alla Commissione europea». In particolare, entrando nel dettaglio, la proposta conferma la caccia libera agli uccelli migratori in tutta la Regione (modifica all’art. 25 comma 4), spiegandola con la motivazione della caccia di necessità (oggi inesistente) e senza alcuna pianificazione e gestione sostenibile delle specie di uccelli migratori. Tutto ciò, «in macroscopica violazione della legge 157 e della recente sentenza della Corte Costituzionale». Ancora, la proposta prevede le squadre di cacciatori per esercitare il controllo faunistico (modifica all’art. 34 comma 10), una condizione definita «incompatibile con le esigenze di rigore del controllo che nulla dovrebbe avere a che fare con la caccia». Inoltre, la proposta incrementa l’uso dei richiami vivi (modifica all’art. 36 comma 7bis), una delle pratiche «più vergognose e intollerabili che si possano immaginare nell’attività venatoria». Vengono poi incrementati i permessi di caccia giornalieri negli ATC (modifica all’art.14 comma 5), di fatto equiparando il territorio agrosilvopastorale al territorio delle aziende private la cui prevalente finalità è vendere la “selvaggina pronta caccia” a chi paga per sparare. La proposta prevede inoltre recinzioni alte 2 metri (contro gli 1,20 previsti dalla legge nazionale) per poter istituire i fondi chiusi alla caccia (modifica all’art. 38 comma 2), «rendendo economicamente impossibile ai cittadini che desiderassero il proprio terreno escluso da attività di caccia». Viene altresì autorizzato l’anticipo della caccia a partire dal 1° settembre (modifica all’art. 31 comma 3), mentre sono in pieno svolgimento le attività turistiche degli agriturismi, è alto il rischio incendi (divieto di accensione di fuochi fino al 15 settembre) e la maggioranza delle specie animali ha ancora gli ultimi piccoli da svezzare. Così come prevede la possibilità di estendere la caccia anche a febbraio (modifica dell’art. 31 comma 4), quando la maggioranza delle specie di uccelli è in migrazione pre-nuziale e sarebbe opportuno un divieto totale di caccia. Per finire Pentassuglia, vengono drasticamente ridotte le risorse destinate alla tutela della fauna (modifica dell’art. 54 comma 1), facendo passare dal 40 al 10% le risorse trasferite dalla Regione alle Province per tale finalità. «Un quadro sconfortante, se non incredibile, che offende i milioni di pugliesi non cacciatori e appunto fa della Puglia una delle peggiori ragioni italiane in materia venatoria. Il nostro appello a tutte le forze politiche di buon senso e al Presidente Vendola: intervenga, rimettendo un minino di gerarchia tra la bellezza della natura, la tranquillità dei cittadini e lo strapotere dei fucili e per evitare di far spendere inutilmente sodi alla collettività in ricorsi e contenziosi».

(fonte immagine: il web)

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