Aneurisma cerebrale: una vittoria per Nica e per i pazienti. Nica Chisena ha ottenuto il rimborso delle spese sanitarie sostenute in Austria per curarsi da un aneurisma cerebrale dopo aver vinto il ricorso al Tar contro l’Asl di Taranto.

 

Nica Chisena, 39 anni, ha vinto la sua battaglia legale contro l’Asl di Taranto, che le aveva negato il rimborso delle spese sanitarie sostenute in Austria per curarsi da un aneurisma cerebrale.

Il Tar ha riconosciuto il suo diritto a ricevere le cure migliori possibili per la sua condizione.

Un aneurisma cerebrale è una bomba ad orologeria

Un aneurisma cerebrale è una dilatazione patologica di un’arteria del cervello, causata da un’indebolimento della parete del vaso sanguigno.

Se l’aneurisma si rompe, provoca un’emorragia subaracnoidea (ESA), cioè un sanguinamento nello spazio tra il cervello e le sue membrane.

Questa è una condizione molto grave, che può portare a danni neurologici permanenti o alla morte.

I sintomi di un aneurisma cerebrale sono spesso silenziosi o vaghi, come mal di testa, disturbi visivi o dolore agli occhi.

Solo quando l’aneurisma si rompe, i sintomi diventano improvvisi e violenti, come cefalea intensa, nausea, rigidità del collo, perdita di coscienza o convulsioni.

La storia di Nica e il suo ricorso

Nica Chisena ha subito la rottura di un aneurisma cerebrale nel 2020, entrando in coma per un periodo.

Dopo essere stata ricoverata in vari centri di neuro riabilitazione in Italia, ha deciso di trasferirsi in un centro specializzato in Austria, grazie a una raccolta fondi organizzata dal suo compagno Danilo Zanni.

In Austria, i medici hanno escluso la necessità di un’altra operazione rischiosa e hanno regolato una valvola che consente a Nica di drenare il liquido in eccesso nel cervello.

Questo ha portato a un evidente miglioramento delle sue condizioni neuro-fisiche.

Tuttavia, l’Asl di Taranto ha negato a Nica il rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero, motivando il suo diniego con il fatto che le cure ricevute non erano indispensabili o urgenti.

Nica e Danilo hanno quindi presentato un ricorso al Tar tramite gli avvocati Massimino Crisci e Pietro D’Alfonso.

La sentenza del Tar e le sue implicazioni

Il Tar ha accolto il ricorso di Nica e ha annullato il provvedimento dell’Asl di Taranto, riconoscendo il suo diritto al rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero.

Il Tar ha ritenuto che l’Asl non avesse motivato adeguatamente il suo diniego e che non avesse tenuto conto della specificità del caso di Nica e delle cure innovative offerte dal centro austriaco.

Per Danilo Zanni, questa sentenza è una vittoria non solo per Nica, ma anche per tutti i pazienti che hanno bisogno di cure all’estero e che devono affrontare la burocrazia e la mancanza di risposte della sanità pubblica italiana.

Danilo spera che questa sentenza possa fare da precedente per altri casi simili e che possa sensibilizzare le istituzioni a garantire a tutti i malati le migliori opportunità di cura possibili.

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