Continuano i problemi all’interno del Pd: Vincenzo Angelini, che si era candidato alle primarie parlamentari per rappresentare l’ala renziana di Martina Franca è stato inserito – al trentaquattresimo posto – tra i candidati nella lista che il Pd presenterà alla Camera dei deputati: questo è un dato di fatto, non smentito dalla segreteria regionale del Pd, che ha pubblicato l’elenco dei nomi che saranno i candidati ad entrare in parlamento. «So che nella lista presente sui vari siti internet compare ancora il mio nome, ma ho già segnalato l’errore alla segreteria regionale del Pd, nonché all’organizzazione nazionale. Mi hanno garantito che avrebbero cancellato il mio nome quanto prima, ma forse ancora non lo hanno fatto».
Vincenzo Angelini, martinese, pur comparendo lì non è uno dei candidati. La lista dovrà essere ancora ufficializzata, per cui è possibile che fino alla fine il suo nome scompaia: ma come ha ricordato il martinese nel suo brevissimo comunicato, «non sono candidato nella lista del PD, avendo già espressamente rinunciato alle primarie. Vi chiedo pertanto di non riportare il mio nome tra i candidati del Pd».
Ora, anche ammettendo l’errore umano di chi avrebbe dovuto compilare una lista, a quasi un mese dalla conclusione delle primarie parlamentari del Pd ci troviamo di fronte a un altro problema: cosa fare di Angelini? E a chi affidare quel posto – il trentaquattresimo – a qualcuno che al 99,99% non potrà essere eletto? Perché, è sempre bene ricordarlo, non viene eletto il parlamentare in base alla scelta dei cittadini, ma alla scelta dei capi dei partiti che pongono una persona più in su o in giù nella lista.
E poi ancora: non è che mettendo – erroneamente – il nostro Vincenzo Angelini hanno escluso qualcuno che invece in quella lista voleva esserci? Perché sappiamo tutti abbastanza bene che un conto è la legge e un conto è come viene applicata: e cioè la posizione in quella lista, se non permette di entrare alla Camera potrebbe comunque permettere di entrare da qualche altra parte.
È infatti considerata una regola di “buona educazione” da parte dei vertici del partito democratico, così come negli altri partiti, dare un contentino a chi si è impegnato nella campagna elettorale mettendoci la faccia, e quindi partecipando alle elezioni in modo attivo. La cosa non dovrebbe scandalizzare, in fondo non è detto che quel contentino si traduca in qualcosa di concreto: si può andare dalla pacca sulle spalle alla proposta di un incarico di maggiore prestigio, ad esempio, nell’organizzazione del partito, anche a livello locale.
Facciamo un esempio: un martinese si candida, anche se sa che non potrà essere eletto. Si impegna durante la campagna elettorale, convince amici e parenti, coinvolge gli attivisti, anima la campagna elettorale. Ovviamente, trattandosi di liste bloccate, non potrà mai vincere le elezioni. E allora, visto che a Martina Franca si è anche dimesso il segretario cittadino, Mimmo Diamante, che era comunque segretario pro tempore in sostituzione di Nunzia Convertini, ora assessore, cosa potrebbe decidere il partito? Che a chi si è dato da fare per le elezioni sia giusto conferire un posto di maggiore rilievo, come può essere il segretario cittadino.
Angelini, come ha ampiamente dimostrato già durante le primarie, è in una posizione totalmente distaccata da questi giochi: si è proposto sapendo che non ci fosse nessuno del territorio per candidarsi; si è ritirato immediatamente, e senza chiedere nulla, quando ha intuito che la sua presenza aveva causato dei problemi tra alcuni militanti di vecchia data o che comunque la composizione delle liste non sarebbe dipesa interamente dai voti raccolti; ha ribadito la sua estraneità ai vertici regionali che lo hanno inserito per inerzia in una lista in cui forse qualcuno del Pd avrebbe fatto di tutto per poter entrare, anche in posizioni più svantaggiate.
Ora la questione è un’altra: se Angelini viene a mancare, chi lo sostituirà? Non è che cercheranno qualcuno di Martina Franca per “tappare il buco” dell’assenza completa di un rappresentante della sinistra nel territorio martinese, una città che ha saputo dare una preferenza schiacciante al primo e al secondo turno delle elezioni amministrative al Pd? In ogni caso, il futuro candidato non si preoccupi: non sarà eletto, al massimo riceverà una pacca sulle spalle. O un contentino.
Daniele Milazzo