La chiesa ha un passo nuovo. Non c’è dubbio. Così è sorprendente ma non del tutto inaspettato ormai, che l’arcivescovo dia la sua vicinanza all’operaio del sindacato di base, licenziato dall’Ilva per inadempienze secondo l’azienda, licenziato per la sua attività sindacale, dice l’organizzazione dei lavoratori. Ieri quell’operaio, Marco Zanframundo, aveva anche minacciato di buttarsi dal tetto della direzione dello stabilimento siderurgico tarantino, dove si trovava insieme ai suoi colleghi e ai sindacalisti intenti nella protesta. Oggi, per Zanframundo, la solidarietà dell’arcivescovo di Taranto. Di seguito il messaggio diffuso da Filippo Santoro:
«Manifesto la mia vicinanza e la mia solidarietà a Marco Zanframundo e ai suoi amici, per la difficile situazione in cui si trovano insieme con leloro famiglie. Come vescovo e pastore, non volendo entrare nel merito di questioni politiche e sindacali, sono convinto della necessità che sia salvaguardato il posto di lavoro e che siano migliorate le condizioni in cui il lavoro si svolge. È indispensabile che soprattutto sia garantita la sicurezza sul lavoro, perché incidenti come quelli accaduti a Claudio Marsella e a tutte le altre vittime del lavoro, non abbiano a ripetersi, stroncando vite umane preziose per le loro famiglie e per tutta la società. Rinnovo la mia vicinanza a tutte le persone che si trovano senza lavoro, invito le autorità a venire incontro a questo grave problema nelle sedi adeguate.
Come pastore vi porto l’abbraccio di Cristo, la mia solidarietà e prego per voi».
Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto