Arjanit Nexha è il consigliere comunale aggiunto eletto dalla comunità degli stranieri residenti a Martina Franca. Trentasettenne, pizzaiolo, vive a Martina dagli anni ’90, da quando lasciò l’Albania allora in preda a disordini civili su un barcone della speranza per venire sulle coste pugliesi.
Arjanit era presente qualche giorno fa alla consulta dei giovani, dove ha raccontato dell sua esperienza personale facendo un paragone con i giovani che sbarcano in questi giorni a Lampedusa; la sua esperienza, ha detto in quella occasione, è stata di un salto nel buio, un momento nel quale non si sapeva a cosa si potesse andare incontro, con l’unica consapevolezza che rimanere la dove si era poteva essere peggio.
Parlando della sua candidatura ha invece sostenuto di esseri voluto mettere al servizio della comunità straniera, non solo albanese, per poter fare da tramite tra quelle che sono le esigenze delle famiglie degli immigrati e gli uffici comunali. “Spesso” ha detto “tra i non italiani c’è indifferenza verso la politica, perché non si vota, non si può scegliere nulla. Ma il voto è democrazia, e tutti coloro che come me abitano qui da anni vivono la città di Martina insieme ai martinesi. Ci sentiamo un po’ martinesi anche noi, e come gli altri dobbiamo interessarci di quello che si fa in Comune perché è qui che paghiamo anche noi le tasse”.
In fondo il principio del no taxation without representation, cioè non si pagano tasse se non si ha una rappresentanza politica, non è una invenzione di un partito o di un movimento: è il principio che portò alla rivoluzione americana e alla lotta per l’indipendenza dal giogo britannico nel settecento. È il principio che fa interessare alla politica in quanto tutti i cittadini sono parte dello stato e vi pagano le tasse, per cui il controllo politico è principalmente il controllo su come sono spesi i nostri soldi.
Daniele Milazzo