Andrea Luprano, Nico D’Aversa e Giuseppe Montanaro sono colpevoli, secondo l’accusa, a vario titolo, di furti, rapine, un omicidio. Di quale omicidio si tratti, lo si capirà dopo gli esiti dell’approfondimento dell’autopsia sul corpo di Marianna Brigida, la 92 enne uccisa la notte fra il 6 e il 7 maggio scorsi. Luptano è difeso da Donato Muschio Schiavone; D’Aversa da Martino Bruno; Montanaro da Vito Cito. I tre legali hanno presenziato alle operazioni riguardanti i loro assistiti, oggi in commissariato.
E oggi pomeriggio la polizia, commissariato di Martina Franca, ha raccontato (una mezzoretta dopo il trasferimento in carcere a Taranto dei tre) gli esiti del lavoro investigativo che ha portato agli arresti di ieri sera. “Il coordinamento con le altre forze dell’ordine, e il controllo civile dei cittadini, che è il primo controllo, hanno portato al risultato” dice Cosimo Candita, dirigente del commissariato martinese.
Ma questo non è da considerarsi l’esito definitivo, lascia intendere Candita: si indaga anche per capire l’azione di altri gruppuscoli, per stroncare definitivamente l’escalation delle ultime settimane in termini di criminalità. E chissà che per questo gruppo, non siano da attendersi uno o anche due altri arresti, se dobbiamo dare una interpretazione delle parole del commissario quando parla, in una affermazione generica quanto si voglia ma comunque pronunciata, di un gruppetto “di 4-5 elementi”. I tre ragazzi martinesi fermati ieri sera dai poliziotti, nelle ultime settimane, secondo la polizia ne hanno fatte parecchie: la vicenda di Marianna Brigida, poi cinque sere dopo la rapina violenta in casa di un settantacinquenne, in via Massafra; poi il furto di gasolio dai pullman scolastici, parcheggiati nello spazio all’aperto dello stadio Pergolo; poi altri episodi ancora, fino a ieri sera alle 9, quando stavano per andare a derubare, in casa sua alla periferia, un settantacinquenne che vive solo.
Insomma, gli anziani, i deboli, le vittime preferite dei tre, secondo l’accusa. E il dirigente Candita, che nella conferenza stampa odierna era affiancato da diversi uomini del commissariato di Martina Franca, ha fatto capire chiaramente che i tre, negli ultimi tempi, avevano proprio perso ogni freno. Recuperate due scacciacani con otturatore rimosso, qualche passamontagna, qualche collant, qualche sciarpa, un piede di porco, e un lungo e spesso bastone di legno (nella foto figura sulla destra, sulla scrivania) usato per malmenare l’anziano di via Massafra che, per inciso, passati 17 giorni dall’aggressione, è ancora in gravi condizioni in ospedale.
(foto: diritti riservati)