Peggiorato sensibilmente lo stato di salute delle nostre strade italiane. Mancata programmazione e scarsa manutenzione alla base di un problema cronico. Servono soldi, tanti. A Martina, il sindaco Palazzo fu costretto ad accendere un mutuo.
Buca più, buca meno, siamo il Paese delle buche. Basta un niente per frantumare l’asfalto creando crateri pericolosi, letali per sospensioni e pneumatici, ma anche per l’incolumità di chi è alla guida dei mezzi. I danni sono frequenti ed essendo responsabile l’Amministrazione pubblica risulta abbastanza complicato ottenere rimborsi nell’immediato. La prevenzione dovrebbe essere programmata, favorita con una costante manutenzione, ma il problema serio è che si inseguono solo le emergenze e, quindi, spesso e volentieri, neanche il tempo ti tappare una buca che se ne crea subito un’altra. Si rappezza costantemente, ma non si risolve mai il problema e basta un temporale, una pioggia fitta per tornare al punto di partenza. Facendo un sondaggio a livello nazionale, emerge che negli ultimi anni è fortemente diminuito, se non proprio dimezzato, l’utilizzo delle tonnellate di conglomerato asfaltico. A favorire questo quadro desolante, gli scarsi finanziamenti pubblici e le gare al massimo ribasso che non garantiscono in termini qualitativi una esecuzione all’altezza dei lavori. Inoltre, in tempi di crisi, molti operatori che si occupavano della produzione del bitume hanno addirittura alzato bandiera bianca. Ma c’è anche un lassismo politico, in quanto abbandonare il manto stradale a se stesso risulta estremamente antieconomico nel lungo periodo. Accurati riscontri hanno evidenziato che, se si rinnova periodicamente lo strato superficiale di asfalto, a intervalli di 8-12 anni a seconda delle percorrenze, la spesa è limitatissima. Se, invece, si lasciano deteriorare anche gli strati inferiori, il costo per ripristino può essere anche venti volte superiore. Capita sovente di constatare che molte riparazioni durano poco. Sono tanti i fattori da considerare, primo fra tutti capire la natura del dissesto: se si formano le crepe ramificate chiamate “a pelle di coccodrillo” significa che c’è stato un cedimento del sottofondo, in molti casi dovuto a scavi in città. In questi casi la copertura con uno strato di asfalto non risolve il problema. Stessa cosa per le buche profonde che andrebbero riparate a caldo, rullate e non semplicemente coperte. Il nuovo orientamento dettato dal peggioramento delle nostre strade sta inducendo diverse ditte specializzate a produrre asfalti a rapida essiccazione che utilizzano resine insieme al bitume. I materiali sono più costosi, ma gli interventi hanno una durata maggiore. Al netto di tutte queste situazioni, resta inteso a monte che se le strade sono fatte bene, le buche in linea di massima non si devono formare. Ma quanto costerebbe riparare una buca o rifare una strada? Parlando di prezzi al metro quadro è molto meno oneroso per le casse comunali ribitumare una strada piuttosto che intervenire sui singoli crateri. Nel caso un Comune debba rifare l’asfalto, ossia i 3-4 centimetri che tecnicamente si chiamano tappeto di usura, mediamente servirebbero 10 euro al metro quadro. Questo però nel migliore dei casi, perché se le strade, come frequentemente accade, sono particolarmente dissestate ed accidentate, bisognerebbe dapprima grattare il vecchio manto stradale, far la fresatura e scendere in profondità a riformare e ricompattare il sottofondo facendo lievitare i costi anche a 50 euro al metro quadro. La riparazione di una buca invece potrebbe anche costare sopra i 150 euro al metro quadro. Servono continui finanziamenti per provare ad effettuare interventi più radicali che possano lenire l’emergenza. Molte volte la viabilità è penalizzata perché vengono sbagliati i progetti di realizzazione, progetti che devono essere calibrati in base ai carichi che le strade stesse dovranno sostenere. Chiudendo con la città di Martina va detto che lo stato del manto stradale risulta costantemente danneggiato con una continua rincorsa a coprire le falle anche su continue segnalazioni. Per comprendere la consistenza della problematica delle nostre strade va ricordato che qualche anno addietro l’Amministrazione Palazzo fu costretta ad accendere un mutuo per rendere la situazione della viabilità più sostenibile. A distanza di anni servono altri soldi e nuovi interventi più risolutivi. La patata bollente passerà ora alla nuova Amministrazione che si formerà.
Sandro Corbascio