A quanto pare tutto sembra possibile per Giulio Dilonardo, titolare del Cinema Verdi e da pochi giorni anche gestore del Cinema nuovo. Già presidente di Puglia e Basilicata dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, Dilonardo fa parte anche della Commissione locale di Pubblico Spettacolo. Non essendoci altre sale cinematografiche a Martina Franca, sia le associazioni che lo stesso Comune di Martina Franca, se vogliono fare spettacoli devono fare l’accordo con lui ai prezzi che determinerà lui, non essendoci più concorrenza. Forse è stato questo l’intento di Dilonardo, quello di condizionare soprattutto l’Ente nell’utilizzo del teatro per eventi comunali, non certamente per i cinema, dove l’utenza a Martina non riesce nemmeno a riempirne uno a natale o a Pasqua e le sale sono prevalentemente sempre vuote, come ieri sera, nonostante prima ci fosse stato Bova.
In pratica a Martina è consentito di essere: presidente associazione esercenti, titolare di tutte le sale esistenti, controllore di tutte le manifestazioni di pubblico spettacolo che si fanno a Martina in quanto facente parte della commissione. Lo stesso Dilonardo avrà pensato anche ad altri obiettivi, magari di candidarsi a Sindaco della città, vista la disinvoltura con la quale con la propria auto entra in Piazza XX Settembre nonostante i divieti d’accesso.
Sarà curioso ora vedere come si comporterà il Comune di Martina Franca ed in particolar modo l’Assessore alla Cultura Antonio Scialpi nel concedere patrocini che consentano il pagamento del teatro. La speranza ora è, per creare un minimo di concorrenza, che si utilizzino le sale comunali come il Cappelli o magari le vecchie parrocchiali, per proiettare quei film a costi contenuti come avveniva una vota la domenica e far si che ci sia un antitrust morale e culturale a Martina. Si iniziasse perlomeno a togliere a Dilonardo la delega nella Commissione di Pubblico Spettacolo dove controllore e controllato sono la stessa persone, senza dover ricorre alle trasmissioni televisive per farlo, come è accaduto a Molfetta.