Quelli del movimento 5 stelle, nel confronto di stamattina con il presidente incaricato di provare a fare il governo, hanno detto no. Con chiarezza. Una volta ancora. E lo hanno detto in diretta streaming. Così chiunque ha sentito. I capigruppo parlamentari M5S, Lombardi e Crimi, a Pierluigi Bersani hanno detto più o meno così: governo a noi o niente. E dunque, niente sostegno a un governo-Bersani.
A questo punto le strade sono due: nuove elezioni o grande coalizione (per preparare le elezioni, fondamentalmente). Ma le speranze che resti, anche in questo ultimo caso, al timone il segretario Pd, sono ridottissime, quasi nulle. Dovrebbe innanzitutto piegarsi a quanto il Pdl dice da settimane, cioè un acordo complessivo che riguardi anche la presidenza della Repubblica per esempio. Per uno che finora ha detto no, sarebbe un repentino, troppo repentino, cambio di rotta.
Domani Bersani, dopo avere incontrato i gruppi del centrosinistra in mattinata (rinviato l’appuntamento di oggi pomeriggio dunque) andrà da Napolitano. In realtà potrebbe andarci venerdì mattina, facendo slittare di qualche ora l’appuntamento. Comunque ci andrà, per rimettere il mandato, sembra la cosa più probabile al momento. E per dare a Napolitano l’opportunità di far provare qualcun altro. Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia, è uno con le quotazioni in salita.