Di seguito un comunicato diffuso dalla consigliera comunale Magda Balsamo:
Le vicende politiche nazionali degli ultimi giorni non lasciano spazio a certezze e al futuro del Governo Letta, ma va comunque affrontata una questione di cui purtroppo non se ne sente parlare tanto.
Da qualche giorno sono disponibili presso l’Ufficio Elettorale del Comune di Martina Franca i moduli per la raccolta firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare “Disposizioni per il divieto del gioco d’azzardo” (scadenza 14 ottobre) e sulla richiesta di referendum circa “L’abrogazione parziale della Legge Merlin” (scadenza 16 ottobre).
Già agli albori dell’unità d’Italia, il Conte Camillo Benso di Cavour definì il gioco d’azzardo “tassa sugli imbecilli”. Oggi, dopo un secolo e mezzo, la potremmo definire “tassa sulla povertà”. Questo fenomeno impoverisce senza scrupoli, causando dipendenze difficili da eliminare.
Con questa iniziativa popolare l’intento è quello di abolire alcune forme di gioco d’azzardo che nonostante la crisi economica, causano maggiore povertà, illudendo su ingenti vincite, e facendo leva sulla debolezza di quelle famiglie disperate che sono sull’orlo del precipizio economico-finanziario. Sicuramente questo divieto farebbe venir meno una notevole fetta di gettito fiscale, ma sarebbe compensata da un minor costo sociale sostenuto per la ludopatia che oggi è considerata fra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ossia un malato di ludopatia può essere curato dal servizio sanitario nazionale. In Italia ad oggi si conta circa 1 milione di ludopatici. Per non parlare poi delle crisi familiari connesse a questo disturbo.
Un’altra questione, promossa da numerosi Comuni del nord Italia, riguarda l’abrogazione parziale della legge Merlin, ossia la Legge che nel 1958 ordinava la chiusura delle case di tolleranza, l’abolizione della regolamentazione della prostituzione e l’introduzione di una serie di reati connessi allo sfruttamento della prostituzione altrui. Questa legge oggi è anacronistica e particolarmente incompleta: condanna lo sfruttamento della prostituzione ma la prostituzione in se è legale. Se è legale, perché non una regolamentazione?
Pertanto con quest’altra iniziativa popolare si potrà innanzitutto disciplinare il fenomeno e dunque eliminare la prostituzione dalle strade (diverse sono le prostitute che si vedono sulle strade della nostra provincia), ripristinando le case di tolleranza e soprattutto garantendo a queste persone maggiori controlli e sicurezza.
Un così delicato tema purtroppo è spesso ostacolato da bigottismo e moralismo ipocrita e talvolta si nega persino l’esistenza di un così arcaico e diffuso fenomeno nella nostra città. Nel gergo popolare si sente spesso pronunziare la frase: “è il lavoro più antico del mondo” – e vivrà sempre se continuerà ad esserci domanda. Una regolamentazione del settore è necessaria per la salvaguardia di quelle donne che rischiano violenze, stupri, malattie, e persino la morte pur di lavorare.
Va precisato che deve sussistere l’elemento volontaristico in queste persone, altrimenti sono la prima a condannare lo sfruttamento.
Pertanto cogliamo l’occasione per far valere il nostro di diritto di esprimerci su temi così rilevanti per la nostra società.