Ancona pochi giorni per visitare la mostra di pittura “Caseaquilone” della pittrice Claudia Liuzzi esposta nel Corridoio D’Avalos di Palazzo Ducale fino al 21 aprile. L’iniziativa, organizzata dal Comune di Martina Franca – Assessorato alle Attività Culturali, sta riscuotendo notevole successo di pubblico. “Claudia Liuzzi, nella piena maturazione della sua vena artistico visiva, associa le indagini sui materiali, continue e minuziose, alle emergenze liriche e relazionali certamente volte al radicamento alla terra d’origine. Procedendo in una ricerca materica e spaziale intende narrare “le sue case”, riaffioranti ora dalla memoria ora dall’inconscio; tante case, per via delle migrazioni familiari, nessuna per soste definitive, quasi tutte desiderate. Case dell’anima, come aquiloni volano verso il sentimento più intimo”, dichiara Massimo Guastella, curatore della Mostra.
Note Biografiche
Claudia Liuzzi Si forma come attrice nell’accademia nazionale d’arte drammatica a Roma. Negli anni 90 si trasferisce a Milano dove lavora come attrice in teatro e in tv. Dipinge sin da molto piccola ma abbandona i pennelli per dedicarsi completamente al teatro e alla poesia. L’incontro con Alberto Burri fu determinante per l’artista, ebbe inizio da allora la sua lunga ricerca che mai abbandonò. Nel 2003 un grave incidente la costrinse a dialogare costantemente con il suo corpo, da lì, la ricerca sulle radici più profonde, quelle dell’anima. Le pause che intercorrono tra una produzione e l’altra sono di almeno un anno, fortemente volute dall’artista perché la poesia sedimenti nel più profondo del suo essere e si traduca in opera. Il suo viaggio è nell’anima delle cose, è questo il suo racconto attraverso la pittura. Definita Poetessa della pittura proprio per la struttura che le sue opere hanno. La poesia è radice di ogni suo progetto. Ogni sua opera contiene codici e parole, spesso non visibili perché non venga dato alcun indirizzo al fruitore. Nel 2012, lascia Milano, sua città d’adozione per rifugiarsi in puglia, terra d’origine per potervi affondare le radici ed emanciparsene, dando inizio ad una nuova produzione.