Il Segretario Generale della UIL regionale, Pugliese, commenta i dati dell’INPS: “Nessun ottimismo, sempre più aziende stanno cessando la propria attività, soprattutto nel Mezzogiorno”
“Cassa integrazione in calo a gennaio 2014 sul precedente mese sia sul versante nazionale (-5,3%) che su quello regionale della Puglia (-32,6%)”. A comunicarlo, l’ufficio stampa della UIL pugliese, che però avverte: “Tuttavia, i dati Inps non si prestano a interpretazioni ottimistiche nonostante gli indici al ribasso. Purtroppo, sempre più aziende stanno cessando la propria attività, soprattutto nel Mezzogiorno”.
Nel gennaio 2014, l’Inps ha autorizzato in Puglia quasi 2,7 milioni di ore di cassa integrazione tra interventi ordinari, straordinari e in deroga: rispetto alla cassa integrazione ordinaria (Cigo), sono 1,2 milioni le ore autorizzate dall’Inps, diminuite del 37,3% sul precedente dato (1,8 milioni). Pesante, invece il confronto con il 2008 (anno di inizio della crisi): +82,1%. Relativamente alla cassa integrazione straordinaria (Cigs), con 1,2 milioni di ore, diminuisce del 20,4% il confronto sul mese precedente (1,5 milioni), mentre preoccupa molto l’incremento sul 2008: +213,9%. “Impensierisce molto, per la nostra regione, il dato della Cigs – è il commento di Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari – perché è spesso sinonimo della cessazione l’attività produttiva, fatte salve provvidenziali riconversioni o ristrutturazioni aziendali”.
In Puglia, diminuzione anche per la cassa in deroga (Cigd) che segna un deflazione del 63,7% rispetto all’ultimo dato di dicembre 2013. Sul 2008, invece, risulta cresciuta di 7,1 punti percentuali. “Il dato ultimo della Cigd – prosegue Aldo Pugliese – non rispecchia la realtà di crisi devastante che caratterizza il ciclo economico della nostra regione. Infatti, le ore autorizzate di cassa in deroga assumerebbero proporzioni esponenziali se non si fossero verificate le incertezze intorno allo strumento. Si pensi ai costanti problemi di rifinanziamento da parte del Governo nazionale e da regole di accesso sempre più stringenti e penalizzanti. La conseguenza del mancato rifinanziamento è fortemente deleteria: basti pensare che, a fronte dell’insufficienza delle risorse dell’ammortizzatore in deroga, le aziende si vedono costrette a licenziare per evitare un contenzioso con i lavoratori coinvolti. Pertanto, il rifinanziamento della cassa in deroga rappresenta un’urgenza assoluta per scongiurare una drammatica reazione a catena”.
E’ importantissimo sottolineare come in Puglia sia stato possibile salvaguardare finora oltre 20mila posti di lavoro grazie alla cassa integrazione in deroga, l’ammortizzatore sociale che copre le crisi produttive delle piccole e piccolissime aziende. Da fine febbraio 2014 non ci saranno più sussidi e mancano ancora i fondi per coprire gli arretrati del 2013 pari a 162 milioni di euro che attendono 44 mila lavoratori (tra cassa e mobilità in deroga) e 1.470 aziende richiedenti. Per il 2014, solo in Puglia, si prevede un fabbisogno di 280 milioni, ma il governo nazionale ne ha stanziati di recente soltanto 400 milioni per tutte le Regioni d’Italia.
“In questo quadro, la gente chiede una svolta. Occorrono misure tangibili – chiosa il Segretario regionale della UIL -. In quest’ottica determinante sarebbe l’apertura o lo sblocco di tanti cantieri ancora al palo a causa della lentocrazia degli uffici della Regione Puglia. Infatti, l’eccessiva lentezza della burocrazia non incentiva sicuramente le imprese ad investire. Anzi, si danno alla fuga. Infatti, negli ultimi tre anni hanno abbandonato il nostro Paese oltre 60mila aziende che equivalgono ad 1 milione di posti di lavoro trasferiti in realtà concorrenti dove esiste una tempistica certa: Gran Bretagna, Germania e Francia”.