Lunedì mattina iniziano i lavori al Centro Servizi di Martina Franca, l’opera incompiuta che ha sostituito i vecchi capannoni del Foro Boario dieci anni fa e che non ha ancora sostituito le funzioni commerciali svolte in precedenza. Adesso i lavori appaltati, finanziati con un progetto risalente alla vecchia gestione Palazzo, potranno iniziare e terminare a breve. L’incognita è: cosa ci sarà dopo?
Da una parte l’amministrazione Ancona punta a risanare il lavoro incompiuto da Bruno Semeraro, così da poter dire che dopo dieci anni il centrosinistra torna a occuparsi di quanto nel frattempo era stato abbandonato. Ma il consigliere del centrodestra Michele Marraffa, ex candidato sindaco in contrapposizione ad Ancona, sottolinea in un comunicato che “oggi l’amministrazione comunale commette lo stesso errore di quella passata. A nulla, infatti, serve ristrutturare se non si hanno le idee chiare sul cosa si voglia fare, con il rischio che quell’edificio, una volta tornato a nuova vita, non utilizzato, diventi nuovamente oggetto di atti di inciviltà vandalica”.
Il nodo è in un vincolo legale: il centro servizi, nato per il tessile, non è mai decollato proprio per il mancato appoggio del settore, che peraltro in questi anni a Martina si è così ridotto da non poter contare che poche aziende. Cambiare la destinazione d’uso, magari rendendo il posto un’area mercatale, un piccolo centro commerciale, o una sede di uffici per le aziende del territorio non è possibile, perché quell’edificio è stato costruito con il finanziamento della Comunità Europea. Finanziamento che si dovrebbe restituire qualora la destinazione d’uso cambi. E allora? Non resta che sperare che si trovi la soluzione che possa salvare capra e cavoli, capace di dare una funzione al centro servizi e di evitare il costosissimo pagamento della penale europea.
Daniele Milazzo