Continua l’impegno dell’Amministrazione comunale per il Centro Servizi di Martina Franca.
Nella mattinata del 23 gennaio il sindaco Franco Ancona, insieme agli Assessori, ai Consiglieri di maggioranza e ai tecnici (il dirigente dell’Ufficio Tecnico, l’ingegner Giuseppe Mandina e il responsabile dei lavori, l’architetto Gianfranco Aquaro) si è recato all’interno della struttura di Piazza d’Angiò per verificare lo stato di avanzamento di lavori. Lo stabile imponente, a ridosso del mercato ortofrutticolo, è stato spesso messo in discussione circa la sua utilità e presentava, inoltre, non pochi problemi infrastrutturali legati alle pessime condizioni igieniche.
Il “tour” istituzionale si è eseguito per verificare le ipotesi di primo utilizzo, la messa in sicurezza e il problema della vigilanza della struttura al fine di evitare ulteriori atti di vandalismo.
L’architetto Aquaro ha illustrato gli interventi in corso (piccoli interventi di miglioramento della facciata e lavori per riportare l’opera alla stato di fatto del collaudo) per rendere la struttura agibile al fine di ottenere il collaudo finanziario dell’opera da parte del Ministero.
“Il centro servizi deve presto essere messo a servizio della comunità – dichiara l’assessore alle Attività produttive, Nunzia Convertini -. Il sopralluogo dimostra che siamo tutti impegnati nella definizione della migliore strategia di utilizzo, a partire dalla sorveglianza al fine di evitare il ripetersi di atti vandalici. Continueremo la concertazione con il territorio per sfruttare al massimo le potenzialità di una struttura così importante posta al centro della città”.
Negli scorsi mesi, l’Amministrazione comunale aveva incontrato prima i responsabili della Camera di Commercio e poi aveva svolto un sopralluogo con i rappresentanti di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Cia, Coldiretti e Confagricoltura in modo da a rendere protagonisti gli attori economici del territorio nel nuovo piano di gestione del Centro Servizi. Riguardo l’uso della struttura, non si conosce la decisione finale ma solo pareri diversi: la Cgil si è espressa a favore della vocazione iniziale, ossia supportare l’industria tessile; mentre la Confcommercio punta invece al mercato estero.