Il dieci settembre ci sarà il nuovo consiglio comunale in cui, tra gli altri punti, si discuterà di misure da adottare per il Centro storico. Non è una novità, anzi, sembra che il Centro storico sia passato da qualche tempo a questa parte da un disinteresse generale a una preoccupazione indefinita. Dall’insediamento della nuova amministrazione è stato fatto un consiglio monotematico, sono stati fatti degli incontri sia con gli abitanti che con i membri del comitato del Centro storico, ma se c’è ancora bisogno di discutere vuol dire che qualcosa non è chiaro.
Innanzitutto a molti non è chiaro cosa ci sia che non va nel centro storico, specialmente ai non residenti che limitano la loro conoscenza al passeggio domenicale tra piazza XX Settembre e il bar Tripoli. I non residenti spesso sono convinti che i problemi siano, nell’ordine, gli immigrati, la mancanza di sicurezza e le stradine che sono difficili da ricordare e nelle quali ci si potrebbe perdere. Se si chiede a un residente cosa c’è che non va sentirete risposte spesso differenti, e diverse tra loro. Questo perché ogni angolo ha problemi che altri non hanno e si tratta, nonostante quello che ne possano pensare i non residenti, di problemi che sarebbero risolvibili con l’ordinaria manutenzione delle cose. Perciò, onde evitare che nel prossimo consiglio comunale si parli di problemi immaginari, considerato che è composto per la stragrande maggioranza da persone che non ci abitano, ecco alcuni suggerimenti da parte di chi invece ci abita e ci vive tutti i giorni.
Iniziamo con un problema: in varie zone i tombini di scolo delle acque – quelli pertinenti al comune, per intenderci, non solo quelli della fognatura dell’Aqp – sono pieni quasi fino all’orlo. Si tratta di acqua stagnante, mista a spazzatura e sporco, che oltre alle zanzare produce puzza. Sono miasmi pestiferi, per cui abitanti e commercianti spesso tappano come possono, con nastro adesivo, i buchi di tombini. Il tombino nella foto è un’esempio chiaro. Per maggiori informazioni suggeriamo ai consiglieri comunali di parlare con l’agroalimentare Pace presso San Martino o con il proprietario del ristorante Piazzetta Garibaldi, visto che sono in zone note e frequentate anche da turisti.
Altro problema, visto spesso in modo diverso dai non residenti: la sicurezza. Possiamo tranquillizzare tutti affermando che nel centro storico non ci sono agguati, o scippi col motorino. Non ci sono rapine a mano armata al danno di ignari passanti che camminano la sera nelle strade meno note. La sicurezza è un’altra cosa: è la necessità di un controllo che possa essere dissuasivo di episodi come quello accaduto a Annina Brigida qualche mese fa, quando l’anziana novantenne è stata uccisa in casa da dei ladri. Sicurezza significa che chi abita pensa a mettere soldi da parte per una porta blindata, un antifurto, o una telecamera di sorveglianza. Si temono i furti, non – per fortuna – episodi di violenza. Ma, a quanto ne sappiamo, questo è un problema comune a chi abita nelle villette in zona Montetullio. Sicurezza significa chiedere all’assessore Lasorsa che notizie si hanno dal ministero per l’approvazione del famoso progetto di videosorveglianza partito con la giunta Palazzo, progetto che langue in qualche cassetto ministeriale in attesa di timbri e approvatur dall’alto.
Continuiamo con un terzo problema: il decoro pubblico. Questo problema non è causato da chi risiede, ma, spesso, dai figli di chi non risiede nel centro storico. Anche senza prove dirette, riesco a immaginare facilmente che le scritte sui muri che vanno da “kekko tvb” a “Ultras Martina” o “Faso merda” non siano fatte da un ottantenne. Così come non sono gli anziani – i principali abitanti del centro storico – a orinare sui muri in vico III Vittorio Alfieri o sotto l’arco di Via Cola di Rienzo, rendendo quei posti impraticabili a chiunque. Non sono nemmeno gli anziani a lasciare mozziconi e bottiglie di birra vuote sui gradini. Tutto questo, così come la musica a volume troppo alto, i parcheggi indiscriminati in ore notturne e così via è causato direttamente o indirettamente dai giovani martinesi e non, per cui la sede più appropriata di discussione forse non è un consiglio comunale ma un consiglio familiare, in cui si possono ricordare a figli e nipoti norme elementari di buona educazione e pacifica convivenza.
Visto che i martinesi amano definirlo un problema, non possiamo non parlare del traffico e/o del parcheggio. Qui il discorso è pericoloso, perché tutti sono pronti a inveire contro il vicino che parcheggia male o con il traffico che è caotico (ma avete mai provato a parcheggare a Bari?) salvo fare lo stesso alla prima occasione. I vigili sono invocati e odiati allo stesso tempo, insultati comunque da tutti. Sono pochi e lo sappiamo, ma si sa che mettono molte meno multe di quante potrebbero. A dimostrazione di questo ci sono alcune strade e piazze amate dagli habitué del parcheggio selvaggio, stimiamo già note alla polizia locale, per cui in un giorno si potrebbero fare più di un centinaio di multe. Ma se non si sono mai fatte multe per quasi vent’anni qui, alla prima ondata di contravvenzioni, si rischia la guerra civile.
Segnaliamo, nell’ordine, le strade e le scuse dei martinesi per evitare multe o giustificarsi: via Verdi, intasata di auto che parcheggiano sulle strisce dei disabili (“sto cinque minuti, tempo che faccio un servizio alla banca”); Piazza XX Settembre (“prendo una cosa al tabacchino e torno” o “prendo un caffè un secondo”); Via Locorotondo (“un secondo che prendo il pollo” o “eh, una cosa alla ferramenta dovevo prendere”); tutta via Bellini (“due minuti che faccio un servizio”), Via Mercadante specialmente nel tratto di fronte alla minipiazzatta dei Caduti in Russia (“un attimo solo che sto in seconda fila, quando prendo la carne dalla macelleria”); poi Piazza Immacolata e Piazza Plebiscito (“e mica posso arrivare a piedi sotto i portici! Un momento e vado”), via Garibaldi (“tempo che pago una bolletta alla posta piccola” o “quando prendo un caffè da Vito”) e vari altri posti che sarebbe poco utile enumerare.
Per rimediare a questi comportamenti incivili con auto e moto, che sono certamente un problema, è probabile che il posto giusto cui rivolgersi non sia il consiglio comunale, ma San Martino. Non intendo la chiesa, ma il santo: speriamo ci protegga da noi stessi.
Daniele Milazzo
Bellissimo pezzo, molto esaustivo che evidenzia in maniera precisa i problemi reali del centro storico e non solo.
Anche sotto casa mia abbandonano … bottiglie e piatti di plastica in barba al decoro e alla buona educazione pur non abitando nel centro storico, eppure il cassonetto si trova a 5 metri dall’uscio del mio condominio.
Condivido pienamente il pezzo di Daniele (credo che tutti gli abitanti del Centro Storico lo sottoscriverebbero). Certo l’ipotesi di riqualificazione urbana all’ordine del giorno nel prossimo consiglio non mi sembra che dia particolari speranze.
Aggiungo alla lunga e dettagliata lista di Daniele un altro aspetto preoccupante: le occupazioni abusive di immobili comunali e no. Un senzatetto, disperato, rompe una porta e occupa una casa vuota, se comunale la cosa è quasi incentivata. Ho purtroppo constatato di persona diversi episodi del genere, nella totale indifferenza di chi dovrebbe amministrare il patrimonio comunale. Questi comportamenti, oltre che segnalare le gravissime sofferenze cui è sottoposta una fascia sociale sempre più ampia della città, ci dicono che, contrariamente a quanto spesso declamato, il nostro Centro Storico, spente le luci delle astronavi, ritorna a essere considerato una discarica umana e sociale che ha come punto di arrivo il triste destino di un centro storico che è stato , tanto tanto tempo fa molto bello: il Centro Storico di Taranto.
Ottimi interventi e di buona sostanza, buone anche le soluzioni proposte. Il problema dell’inciviltà si presenta su tutto il territorio, quindi tutta la città e l’agro. Ci vorrebbe un’azione forte da parte di tutte le associazioni, un grande movimento, non solo per sensibilizzare ma vigilare e controllare costantemente, purtroppo da soli non si può vincere questo tipo di battaglia.
ho letto con attenzione i commenti ma anche l’articolo di Milazzo,pieno di buoni propositi e suggerimenti altrettanto efficaci.questo,pero’,non basta contro la incivilta’ e il senso di responsabilita’.la buona educazione ed il senso civico pare che in molta gente non esiste,sembrerebbe che devono essere gli altri a comportarsi bene.quando poi vediamo le tante brutture che si vedono in giro,si fa volentieri il tiro al bersaglio,che in questo periodo e’ l’amministrazione comunale,dimenticando ovviamente il passato,ma diquesto davvero voglio sorvolare per non essere monotono.il sindaco,la giunta,i consiglieri comunali non possono controllare singolarmente quello che la gente fa o non fa,bisognerebbe avere un’esercito di vigili,sappiamo che sono fortemente sottorganico e quindi sarebbe auspicabile che ognuno di noi facesse la sua parte,pulisse il suo orticello non andando a sporcare quello degli altri.in quanto ai parcheggi selvatici,senza ombra di dubbio,anche qui vanno rispettate le regole,pero’ mi domando dove le parcheggiamo le nostre auto,visto che ancora non possiamo tenerle in tasca.il degrado permanente del centro storico e’ anche dovuto al fatto che in parte e’ vuoto,e’ occupato da immigrati che sicuramente non e’ il loro centro storico,quindi?vorrei concludere dicendo,incolpiamo chi ci governa a martina,ma facciamolo proponendo soluzioni facili e fattibili,tenendo presente che anche loro non sono attrezzati per i miracoli,per questi bisogna rivolgersi altrove.
In una società democratica esistono degli anticorpi e si chiamano associazioni, che rappresentano, se funzionano, un grande stimolo alle varie amministrazioni, in sostanza è un campanello di allarme. Basta collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate per prendere visione dell’enorme elenco a cui il contribuente può destinare il cinque per mille. Nelle nostra città molte di queste associazioni hanno una sede di proprietà del Comune di Martina Franca, sono associazioni presenti anche nelle processioni, ma di manifestare per sensibilizzare la città ad affrontare quelle problematiche contenute dell’intervento di lima delta, neanche a parlarne. Non solo, ma alcune di queste associazioni si vedono sempre più spesso durante i funerali per racimolare qualche offerta. Tutto questo se viene svolto in un tempo di venti anni succede quello denunciato nell’intervento di lima delta.
Vedo che lima delta ha stimolato il dibattito, e vedo che Stefano è abbastanza preparato. Lo sanno tutti che in questa città in Sindaco non è F.A. ma G.G. e quell’associazione presente ai funerali inizia con A.D. e finisce con n. Adesso, chi deve cambiare la città?