Continua la battaglia del consigliere Francesco Laddomada – da sempre impegnato sui temi della Sanità pugliese -, a supporto delle criticità presenti nel Dipartimento di Medicina trasfusionale di Taranto. Con particolare riguardo alle problematiche afferenti al centro trasfusionale (S.I.M.T.) P.O. SS. Annunziata, incaricato della validazione delle sacche di sangue provenienti da tutte le strutture di raccolta della provincia – compreso il centro di prelievo mobile con autoemoteca -, nonché alla lavorazione di emocomponenti ed emoderivati del sangue stesso; ciò, oltre la normale attività di raccolta parimenti alle altre strutture del dipartimento. Gli stessi dirigenti manifestano da tempo doglianze sull’attività, svolta in condizioni di assoluta insufficienza operativa e di sicurezza, a fronte degli elevati carichi di lavoro. Ed inoltre, appare ragionevole e condivisibile, da parte della struttura, chiedere all’azienda ASL parte di quel 20% (proveniente dai rimborsi per cessione di sangue a case di cura private), a copertura economica di quelle ore di lavoro eccedenti la capacità lavorativa, ma necessarie.
Il consigliere Laddomada dopo essere intervenuto presso l’assessorato regionale con due recenti note, richiamando chi di dovere ad affrontare e risolvere le problematiche sollevate, ha presentato in data 31 luglio 2013 un’interrogazione urgente a risposta scritta, nella quale chiede all’assessore alla Sanità: quali sono le ragioni per le quali la ASL/TA non uniforma il proprio comportamento a quello, per esempio, dell’ ASL di Lecce, considerando come libera professione – in presenza di determinate condizioni (carenza del personale, etc.) -, l’attività di Medicina trasfusionale a favore di case di cura private; e quali iniziative si intende porre in essere al fine di risolvere tale problematica – vista anche la situazione sanitaria e ambientale di Taranto -, ponendo fine a dubbi interpretativi della legge e a letture di comodo delle varie parti in causa. Laddomada è determinato ad andare in fondo alla vicenda, anche perché le criticità inerenti la raccolta del sangue e sue successive fasi di lavorazione, coinvolgono anche il mondo del volontariato che con grandi sacrifici si presta ad incentivare i cittadini alle donazioni.