Riceviamo e pubblichiamo intervento del consigliere regionale Pdl eletto alla Camera dei Deputati, Gianfranco Chiarelli:
“Dopo le roboanti dichiarazioni di Nichi Vendola, che aveva annunciato una nuova “giunta da combattimento“, alla luce del nuovo esecutivo appena formato, potremmo dire che la montagna ha partorito il topolino. In realtà siamo in presenza di qualcosa di molto più importante, e grave, dal punto di vista delle ricadute che il nuovo governo regionale avrà sui pugliesi. E’ di tutta evidenza come il leader di Sel, le cui grandi ambizioni sono state chiaramente ridimensionate dal voto, sia stato costretto a ricercare il massimo equilibrio tra le forze politiche che lo sostengono per poter proseguire nel suo tentativo di porre rimedio ai disastri provocati dal suo “modello” , chiaramente bocciato, dai fatti e dagli elettori. Gli innesti di esponenti “suggeriti” dal sindacato o riferibili all’area centrista ne sono una chiara testimonianza. Vendola ha punito quanti si sono ribellati al suo “pensiero unico“, come nel caso di Loredana Capone, Fabio Amati e ancor più Donato Pentassuglia, a cui è stato preferito un esterno, candidato non eletto nel 2010. Il PD tarantino ne esce ancora una volta con le ossa rotte, e in particolare, dopo lo schiaffo della candidatura della senatrice Finocchiaro, ora perde ogni rappresentanza nel governo regionale. Che dire poi dell’assessorato al bilancio offerto su un piatto d’argento ad un componente dell’area Monti? Quel Monti che Vendola in campagna elettorale ha fatto oggetto di critiche al vetriolo. Si ripetono le stesse liturgie: coerenza sotto i piedi e solito doppio pesismo; passare da sinistra a destra è compravendita, al contrario è tutto legittimo! Meglio per i pugliesi, e più dignitoso per Vendola, sarebbe stato ammettere il proprio fallimento e ridare la parola agli elettori”.