Ci fa particolarmente onore il fatto che molte persone commentino gli articoli di questo notiziario. Si potrebbe migliorare la forma, si potrebbe migliorare la modalità. Ma già il fatto che c’è questo interesse verso di noi è di straordinaria importanza, per noi. Che abbiamo, però, una sola richiesta da fare: se possibile, il nome e il cognome di chi scrive i commenti. Lo diciamo solo stavolta, e lo diciamo soprattutto ora che, per esempio, ci giungono dagli anonimi anche dei complimenti. Il nome e il cognome: anche perché così, gente come qualcuno (fortunatamente, caso sporadico, molto sporadico, quasi unico per ora) che è capitato nei giorni scorsi, ci pensa due volte, oppure si tiene alla larga da questa nostra tribuna che è un esercizio di libertà. Nella consapevolezza del fatto che deve essere libertà di tutti: di chi scrive, di chi replica, di chi legge. Senza sopraffazioni da parte di nessuno. Insomma, se ci riuscite, nome e cognome. Grazie. (agostino quero)
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La ringrazio per aver esteso a tutti l’invito a scrivere il nome e cognome.
In effetti quelli come me che l’hanno fatto sono “casi sporadici, molto sporadici, quasi unici per ora”.
Le sembrerà strano, ma anche io, e in forma non anonima, voglio fare i complimenti a questa redazione ed in particolare a lei per il servizio di informazione che offre alla città.
Certo avrei preferito che in alcuni momenti fosse un po’ meno faziosa, ma ho l’onestà di ammettere che sicuramente lo è già meno di alcuni giornali che ricevono (o hanno ricevuto?) sovvenzionamenti pubblici.
Vorrei rivolgere l’invito ad accettare anche le critiche, si dice spesso che aiutano a migliorarsi, a crescere.
Certo, nessun critico pretende l’infallibilità, ma sollevare polveroni e poi rimestare la polvere quando questa si è quasi posata, è un esercizio che aiuta solo la confusione.
Confusione, lo dico sperando di non portare la polvere ancora più in alto, può dare luogo a situazioni paradossali, come questo suo invito in cui non si capisce se i “casi sporadici” siano quelli che la criticano (e non si spiegherebbe perché tenerli alla larga dalla tribuna), oppure quelli che non scrivono le proprie generalità (cosa quest’ultima palesemente inesatta come si può verificare andando indietro nel tempo e come sottolineato poco fa da un irridente “zorro”).
Non voglio entrare troppo nel merito di questa sua richiesta che non condivido e che credo solo occasionata da una critica al suo indirizzo: su internet firmarsi con un nickname non è per niente una pratica disdicevole, né scorretta. E in particolare andrebbe accettata in un contesto locale dove molti vogliono esprimersi senza per forza far sapere a tutti chi sono.
Chiudo invitandovi a continuare il vostro lavoro e ad andare avanti (quasi) così.
Grazie per il suo intervento. Prevedibilmente lei è tornato sulla questione rispetto alla quale aveva detto che sarebbe rimasto zitto. Allora: le critiche sono non solo bene accette, ma auspicate, perché l’unanimismo è tutto fuorché ciò che io e i miei collaboratori cerchiamo. Ma essere considerati faziosi no. Noi, per raccontare le cose, andiamo a cercarci i fatti. L’opinione è puramente nostra. Poi, quando dobbiamo dare spazio a quella degli altri, lo facciamo pubblicando per intero i comunicati. Ma quello che raccontiamo noi è nostro e solo nostro, ed è frutto del lavoro nostro. Non di chi ce lo passa, il che ci renderebbe, in quel caso sì, faziosi. Se le vuole continuare a rimanere di questa idea, lo faccia pure. Non glielo nega nessuno. Ma noi difenderemo, e io in particolare, questa posizione che ho descritto. E io davvero la chiudo qui. (agostino quero)
Diciamo che più che stare zitto avevo promesso di volerle evitare l’imbarazzo di un giornalista che “incalza i suoi lettori al litigio”.
Purtroppo mi illudevo che toni cortesi e rinoscenti degli aspetti positivi dell’attività svolta, potessero contribuire a smorzare la polemica.
Vedo, invece, che la sua maturità professionale e personale non è sufficiente ad evitarle questo esercizio alquanto triste per un giornalista.
Allora la saluto definitivamente, con una raccomandazione…
Adesso, coerentemente, continui a fingere di volere che la gente firmi i commenti con il proprio nome e cognome, cosa della quale fino a quando non è stato criticato lei non si è mai preoccupato.
Buon lavoro.