Ieri è si scritta una pagina bruttissima per il giornalismo. Si è scritta nella nostra città. Vittima, il titolare di una ricevitoria della Sisal, fatto passare per un falsificatore mentre lui aveva semplicemente diffuso una notizia arrivatagli da una fonte ufficiale, la Sisal appunto. Sisal che poi ha detto di essersi sbagliata.

In quella pagina bruttissima di giornalismo, il protagonista di quell’errore non si è limitato, però, a definire falsificatore quell’onest’uomo. No. Ha detto anche che ha agito “magari con la complicità della cosiddetta informazione libera online”.

Noi, e non solo noi in questa città, facciamo informazione online. E la facciamo in virtù della stessa legge che consente, a quell’individuo, di scrivere articoli su quel giornale che ieri ha offerto quell’indecorosa prova di sé.

Complici di cosa, siamo stati? Di avere raccontato la verità? Dal punto di vista di quel ricevitore, quella era la verità. E noi, come gli altri dell’informazione online, così come quelli della carta stampata, abbiamo dato una notizia. E chi prima ha potuto, prima l’ha data. Regola semplicissima del giornalismo: quando si ha una notizia si dà (dopo avere fatto tutte le verifiche).

Questa città è divisa su tutto. L’informazione non fa difetto alla regola non scritta, e deteriore, della divisione su tutto. Ci si scontra apertamente, e anche fra di noi i colpi bassi non mancano. Inutile nasconderselo. Ma che un giornalista, come accaduto nel numero di ieri della Gazzetta del Mezzogiorno in riferimento a Martina Franca, attribuisca ad altri colleghi complicità in una falsificazione (che non c’è stata) è il superamento di un limite.

All’Ordine dei giornalisti della Puglia, chi scrive esporrà una simile mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi, una aperta violazione delle regole deontologiche (lealtà fra colleghi) manifestata con quell’articolo di ieri. Questo, indipendentemente da ciò che vorrà fare quell’onest’uomo, il titolare della ricevitoria, che da un giornale, da un giornalista, si è visto attribuire una falsificazione senza saperne niente.

Agostino Quero

5 pensiero su “Complici di che?”
  1. Fate ridere…..
    2 siti on line su news martinesi e non fate altro che screditarvi a vicenda fate ridere e non servite a dare notizie a noi martinesi.
    Anzi per mettervi in competizione siete pronti a pubblicare qualsiasi cosa anche senza verificare la veridicità della notizia.
    Niente di nuovo Martina è sempre stata cosi’ per primeggiare io devo infangare l’ altro.pensate a collaborare che sarebbbe la cosa migliore.Poi ci stupiamo se le nostre forze politiche non si accordano……..

    1. Grazie per il suo intervento. Noto con estremo disappunto nei confronti di me stesso, perché evidentemente ho scritto male la cosa, che lei non ha capito una parola che fosse una di quello che ho scritto. E io non sono uno abituato a dire agli altri che non hanno capito, perché per educazione non si fa. Ma con lei sono costretto. Quello che ho scritto, guardi un po’, è proprio per dire che i siti informativi in internet, tutti, devono essere considerati alla stregua dei giornali perché è giusto così, perché noi siamo giornalisti come loro. In quanto allo screditarci fra noi giornalisti dei siti, ho personalmente l’onore di scambiare opinioni e notizie con i miei colleghi. Pensi che oggi mi ha passato delle foto, che ho pubblicato, un collega. E naturalmente l’ho citato quale autore delle foto. Quindi lei non ha capito proprio, ma proprio, niente. Andiamo bene. In quanto alla sua affermazione secondo cui diamo notizie non verificandole, io sono uno che querela. Lei sarà querelato. Buona serata. (agostino quero)

  2. Che lei è uno che querela non c’era dubbio visto che invece di cercare un dialogo pensa solo a querelare ed è per questo che sta ancora scrivendo per una testata inesistente a livello nazionale coperto dal suo padrone (è bello vincere facile).Mi facevate già schifo come redazione e adesso ne ho avuto conferma siete di parte,servite solo ad appoggiare candidati politici e cantanti a sanremo….fate ridere.occhio che prima o poi vi arriverà addosso un onda che nemmeno il vostro direttore tanto influente nella casta martinese riuscirà a fare niente.(sapete benissimo di cosa sto parlando)tutti gli schelettri nell’ armadio verranno fuori.Ci vediamo in tribunale.ahahahahahaha.mi sa che non vi conviene.Parlo di beneficenza che è finita nelle vostre tasche………
    Aspetto la sua denuncia per fare luce su questa vicenda.

    1. Grazie per il suo intervento. Spiacente ma aggrava solo la sua situazione. Se vuole continuare faccia pure. In tribunale ci andiamo di certo. Così lei risponderà, fra l’altro, di un’accusa tanto ignobile come quella di avere intascato, io, beneficenza altrui. Perché quando lei usa il “vostre tasche” ci prende tutti, me compreso. Io non accetto una accusa così grave e falsa, e lei ne risponderà come per legge. E, guardi, tutelerò la mia onorabilità e la mia reputazione nelle sedi dovute, fin quando lei non sarà condannato dalla legge italiana come merita. Perché ha detto una cosa falsa. Completamente falsa e offensiva. E anche gli altri della redazione avranno, se vorranno, di che chiederle conto di affermazioni del genere. Risaliremo anche alla sua identità, pur essendosi firmato in un modo che apparentemente non la fa apparire, la sua identità. Chiederemo alla polizia postale di risalire a lei. Non sfuggirà alla legge, per quello che ha detto. (agostino quero)

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