Giovedì 30 gennaio, presso l’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi
Un “Concerto della Memoria” per un doppio tributo alle vittime della Shoah e al direttore d’orchestra Claudio Abbado, recentemente scomparso. E’ quello che si svolgerà giovedì 30 gennaio, alle ore 19.30 presso l’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi, in collaborazione con l’Associazione Musica Civica di Foggia.
“Il concerto, come fortemenete evoca il titolo (“Il cinema racconta la Shoah”), sarà un racconto – spiega la nota stampa della Fondazione – fatto di immagini e suoni tratti dai grandi capolavori cinematografici sulla Shoah, considerato che il cinema, fin dagli anni Cinquanta, si è interessato all’Olocausto e lo ha fatto con grandi capolavori come “Perlasca”, “Schindler’s list”, “Il pianista” e “La vita è bella”. Parlare di cinema sulla Shoah vuol dire anche rapportarsi con la musica dei grandissimi compositori dei nostri giorni che hanno dedicato a questi film colonne sonore indimenticabili. Tra questi Ennio Morricone, Luis Bavalov, Nicola Piovani e John Williams. Un mix emozionante di musica e immagini, unitamente all’ascolto della musica da cabaret composta nei campi di concentramento e alle note di autori che hanno saputo cantare la cultura, la musica e la tradizione ebraica, come Kurt Weill. Un racconto, quindi, fatto di note, immagini e parole, nell’interpretazione di tre artisti di fama internazionale: Gianna Fratta (in foto) al pianoforte, Dino De Palma al violino e la voce del soprano Ida Fratta”.
L’ingresso al concerto sarà libero, fino ad esaurimento posti.
La Fondazione Paolo Grassi ha anche diffuso le Note d’ascolto, a cura di Gianna Fratta: “Dopo il 1945, il mondo ebraico cerca affannosamente di costruire una memoria della Shoah, creando le prime istituzioni della memoria soprattutto attraverso le dolorose testimonianze dei superstiti. Tuttavia i pochi sopravvissuti si rifugiano nel silenzio, soprattutto perché traumatizzati e impauriti dal fatto che la società non li voglia ascoltare. Anche l’industria cinematografica produce film sul tema con grande fatica, soprattutto perché, dopo gli anni Cinquanta, storie ambientate nei campi nazisti non attiravano il pubblico e quindi generavano pochi profitti. Il trend subisce, però, una variazione negli anni ‘90 con capolavori quali “Schindler’s List” (1993) di Steven Spielberg e “La vita è bella” (1997) di Roberto Benigni. Accanto alla ‘storia’ si associa qui non solo l’arte cinematografica, ma anche quella della musica per il cinema: compositori come Williams, Bacalov, Morricone e Piovani contribuiscono con mano forte alla divulgazione della cultura ebraica, oltre che della memoria della Shoah. La ricerca di sonorità dell’epoca, l’unione trasversale tra il canto popolare e la musica “colta”, la strumentazione fortemente connotata, fanno di queste musiche vere e proprie perle del repertorio internazionale, note capaci di narrare con dolorosa limpidezza l’animo del popolo ebraico”.