L’associazione dei commercianti elogia il comune della provincia jonica per “aver fatto proprie le istanze delle imprese di un maggior contenimento dei costi dei tributi locali”
Un’analisi di Confcommercio dedicata alle imprese del settore terziario di Ginosa fa riferimento anche alla tassazione eccessiva, stando alle parole della nota stampa, della Tares per i ristoranti di Martina Franca, dove la tassa è quasi quatto volte superiore rispetto a quella di Ginosa (5,500 € al mq contro i 19,16 di Martina Franca). Confcommercio elogia la città ginosina, la cui amministrazione comunale ha fatto proprie le istanze delle imprese di un maggior contenimento dei costi dei tributi locali. “Va in questa direzione – si legge in una nota stampa dell’associazione dei commercianti – la decisione di mantenere bassi i parametri TARES per categorie, effettivamente tra i più contenuti sul territorio provinciale se comparati a quelli triplicati e quadruplicati di altri comuni ( ristoranti: 5,500 € al mq contro i 19,16 di Martina Franca, i 33,33 di Sava; bar 5,50 € al mq contro i 16,12 € di Massafra o 25,6 di Sava). Dunque, un punto di partenza favorevole, a differenza di quei comuni che, avendo già alzato i costi, dovranno riportare le maggiorazioni con il passaggio alla nuova tassa TARI. Va inoltre detto che, essendo Ginosa è uno dei comuni della provincia più virtuosi in fatto di raccolta differenziata dei rifiuti, attualmente al 60%, non sarà impossibile migliorare tali performance favorendo così meccanismi di premialità (sconti) per l’utenza più collaborativa. Va evidenziata comunque la volontà della Amministrazione comunale di lavorare a stretto contatto con le rappresentanze delle imprese per intraprendere un percorso tecnico di analisi, valutazione e condivisione degli obiettivi e non solo sul tema della tassazione locale (rifiuti, pubblicità, IMU), ma più in generale dello sviluppo e della strumentazione necessaria per la pianificazione commerciale (Piano dei Pubblici esercizi, Piano del Commercio e Distretto del Commercio). A tal proposito sarà al più presto avviato un tavolo di lavoro. Per quanto concerne infine le problematiche che Ginosa si ritrova a dover affrontare, in prima istanza, il ripristino della viabilità (ed in particolare la ricostruzione del Ponte sulla SS 580), Confcommercio si dichiara disponibile a scendere in campo accanto alla l’Amministrazione locale per rivendicare l’impegno e l’intervento concreto degli Enti competenti (Provincia e Regione)”.
Un elogio a Ginosa che però non dimentica la difficile situazione per le imprese del Terziario di Ginosa, il cui bilancio 2013 “si chiude in negativo: il rapporto tra iscrizioni e cessazioni per le imprese del commercio è negativo (24 su 29), così come per il turismo (6 su 8), per i servizi (7 su 9). Un’economia condizionata sia dalle note problematiche locali (vertenze Miroglio e Natuzzi), che dalla crisi politico-economica che sta investendo la Nazione. Su tale già complesso stato di cose, si innestano le conseguenze drammatiche delle calamità naturali che negli ultimi anni si sono abbattute sul territorio di Ginosa: l’incendio della area boschiva marina e le due alluvioni. Particolarmente drammatica, quella dell’ottobre scorso, che è costata la vita a quattro persone e che ha messo in ginocchio il territorio, lasciato solo – dalle Istituzioni (Regione e Provincia) e dalla politica – a combattere la sua battaglia. Un quadro di grande criticità, che trova le imprese locali incapaci di far fronte ai costi aziendali, agli oneri fiscali ed alla nuova tassazione locale IUC (IMU, TASI, TARI-) che prevede, in base alla legge di stabilità, consistenti aumenti delle tariffe. Il tema della tassazione locale è stato posto al centro di un incontro, nel quale si è parlato anche delle problematiche delle attività del commercio, tra il sindaco di Ginosa, Vito De Palma e il presidente provinciale di Confcommercio Leonardo Giangrande. Erano presenti inoltre il presidente della delegazione comunale Giuseppe Mele, e i componenti di Giunta Luigi Traetta e Aldo Manzulli”.
Un ristorante di 200 mq con questa tariffa di 19,16 dovrebbe pagare € 3.832 all’anno. Non mi sembra eccessivo se si consideri che è 10 volte il costo sopportato per una utenza domestica di quelle dimensioni. E non mi sembra che i ristoranti con i loro bustoni neri non producano almeno 10 volte i rifiuti di una famiglia. Non so quale sia la tariffa dei bar ma vi invito a fare un giro la sera dalle parti di Viale dei lecci o nei pressi dello stradone per vedere quanti busotni neri buttano ogni giorno gli esercenti di quelle parti, dopo aver trascinato (è difficile comprare un carrellino?) queste buste sporcando la strada. Su un altro sito ho letto l’intervento di idealista sui fiorai e fruttivendoli. Anche qui fatevi un giro nei pressi dei negozi dei fruttivendoli per vedere come a volte più di un cassonetto è pieno dei loro rifiuti.