Incredibile ma vero: per tutta la parte iniziale del consiglio comunale i nostri rappresentanti sono stati i più civili e corretti politici mai visti. “Ringrazio l’opposizione per la loro proposta”, “concordiamo con voi su questo aspetto”, sono state frasi comuni, con discorsi a bassa voce, non urlati. Nessun battibecco, otto interpellanze discusse in poche decine di mimuti. La causa di questo, forse, è da attribuire alla mancanza delle riprese televisive. Sembrerebbe strano, ma l’idea che quanto fatto sia visto dai propri elettori – o meglio, dai propri partigiani – spinge inconsciamente molti consiglieri ad essere abbastanza vivaci, a farsi notare in consiglio. Va comunque considerato che gli otto punti approvati non erano forieri di scontri politici radicati, come invece può essere la Tares.
La tassa sui rifiuti è il nodo centrale, politico e amministrativo, di questo consiglio comunale. Viene da pensare che si vogliano risparmiare le energie per questo dibattito, per il quale è necessario ricordare ai nostri lettori alcuni elementi.
Innanzitutto, cos’è la Tares? La “nuova” tassa dei rifiuti sostituisce la Tarsu e, nei comuni in cui era già in vigore, la Tia, ma ha dei parametri differenti rispetto alle vecchie imposte. C’è una equazione tra metri quadri, tipo di immobile e quantità media di rifiuti prodotta per determinare l’importo, e così come in passato ci sono una serie di incongruenze che derivano dai parametri usati. Mentre l’entrata in vigore ufficiale della Tares è il 1 gennaio 2013, il suo pagamento è slittato a causa degli emendamenti della legge di stabilità fino a luglio inoltrato. Questo aggrava le spese dei contribuenti, che invece di pagare quattro rate si trovano – dopo l’affanno dei comuni che non sanno bene cosa vada fatto pagare e come – a dover pagare in una o due rate un tributo maggiore del precedente. Infatti, per legge, mentre la Tarsu poteva coprire in genere l’80% dei costi, la Tares deve comprendere il 100% dei costi del servizio rifiuti. In pratica tutti i comuni sono stati costretti dallo Stato centrale a emettere dei bollettini di conguaglio per la differenza dell’importo tra Tarsu e Tares.
Per ottenere nuovi introiti, il nostro Stato è ricorso all’aumento della tassa al metro quadro, con l’effetto che la Tares sarà maggiore, dal 15% al 20%, rispetto alla vecchia Tarsu. Dato che i nostri governanti nazionali amano la chiarezza, non è sicuro che fine farà questo tributo: si parla di trasformare la Tares in una megatassa servizi che comprenda, oltre ai rifiuti, anche acqua, luce e gas, la famigerata Trise, della quale non si sa se verrà adottata, quali parametri avrà, come sarà pagata.

Daniele Milazzo

Un pensiero su “Consiglio comunale dolce (pre-Tares)”
  1. Il potere della televisione,anche quella locale,perche’ no?i comizianti,uditi persino dalla piazza,dove erano?insomma tutto fila liscio per il bene della gente,vogliamoci tutti bene e tiriamo a campare,tanto non ci vede nessuno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando a usare questo sito, siete d'accordo con l'uso dei cookie. maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close