La Consulta dei Giovani che si istituisce a Martina è democratica o no? È una novità per la città di Martina, e sta indubbiamente riscuotendo interesse tra i giovani che si vedono offrire la possibilità di venire a contatto con la politica ma senza la “gabbia” di una formazione politica di riferimento. Una condizione, quella della politica fatta dai partiti, che ha allontanato molto non solo i giovani ma anche gli adulti dalla politica e dalle istituzioni: il recente successo del Movimento 5 stelle ne è il maggiore esempio.
Alcuni partiti e movimenti cittadini, però, hanno espresso la loro opinione, chi a favore e chi contro questo strumento, ognuno con varie critiche. Sono fioccati i paragoni con altre realtà – Torino, Agrigento, etc. – che darebbero esempi “mirabili” di democrazia in quanto il presidente è eletto solitamente nella prima riunione dell’assemblea mentre nella consulta martinese sarà svolto pro tempore dall’assessore Coletta, almeno fino a quando i neoeletti non creeranno uno statuto definitivo da sottoporre all’approvazione del consiglio.
Ma come funziona la Consulta giovanile nelle altre città? Siamo andati a controllare e questo è il risultato.
Agrigento: istituita nel 2005, la consulta giovanile comprende di diritto l’assessore alle politiche giovanili, il dirigente comunale al settore, e poi un rappresentante massimo 25enne di ogni partito politico nazionale o regionale e di ogni sindacato “maggiormente rappresentativo” a livello nazionale, più un rappresentante per ogni onlus riconosciuta dal comune. Il presidente è eletto dalla consulta, che resta in carica insieme al consiglio comunale. Ha l’obbligo di una riunione al mese.
Torino: istituita nel 1979, ne fanno parte di diritto i rappresentanti delle organizzazioni che l’hanno creata e alle sezioni giovanili «dei partiti dell’arco costituzionale», i quali possono accettare con maggioranza di 2/3 l’entrata di altri rappresentanti di organizzazioni giovanili che operano in città da almeno un anno. Il Consiglio comunale può imporre alla consulta l’accettazione di un nuovo componente. Il presidente è eletto dall’assemblea a maggioranza semplice e dura un anno, mentre la durata della Consulta è legata a quella del Consiglio comunale. Si riunisce almeno una volta al mese.
Minerbio: istituita nel 2009, ne fanno parte i giovani da 16 a 30 anni, nominati dal sindaco su proposta dell’assessore alle politiche giovanili. Il presidente è eletto dall’assemblea con maggioranza di 2/3. La durata della consulta è legata a quella del Consiglio Comunale.
Narni: istituita nel 2010, ne possono far parte in numero illimitato i giovani da 14 a 30 anni che compilino un modulo di partecipazione. Le cariche interne, tra cui il presidente, sono elette a voto palese tra i partecipanti. La gestione della consulta è affidata a un consiglio direttivo, da 10 a 30 membri, che si interfaccia con gli enti pubblici.
Acireale: La consulta è fondata nel 1996, ne fanno parte tredici giovani da 14 a 26 anni, dura in carica due anni, ma non è propriamente elettiva: ne fanno parte di diritto i rappresentanti delle scuole superiori e delle organizzazioni giovanili riconosciute dal comune. Il presidente è eletto dall’assemblea, e ha il compito di convocarla almeno tre volte l’anno.
San Bonifacio: istituita nel 2004, la consulta giovanile dura in carica quattro anni, e ne fanno parte i giovani da 18 a 30 anni. Si riunisce settimanalmente ed è possibile indicare due preferenze nel proprio voto, ha un numero illimitato di componenti, ed elegge un consiglio direttivo, che a sua volta elegge un presidente.
Daniele Milazzo