Il decreto varato dal governo ieri contiene, fra le cose più importanti, una rimodulazione del rapporto fra contribuenti e fisco. Ne parliamo in quanto riguarda tantissimi cittadini, anche nel nostro territorio da cui, fra l’altro, nei mesi scorsi è partita una petizione nazionale anti-Equitalia.
Con il decreto di ieri i debiti fiscali, in particolare, sono più gestibili da parte del contribuente. Ecco le novità: chi è in difficoltà può chiedere di rateizzare non più fino a 72 rate ma fino a 120 ed Equitalia non potrà far decadere la rateizzazione dopo due rate consecutive non pagate, ma dopo otto rate anche non consecutive nell’ambito del piano di ammortamento.
Inoltre, dal 30 settembre sparirà dalle cartelle di pagamento, e dunque dal conto che Equitalia presenta ai contribuenti, l’aggio dovuto all’esattore, che arriva attualmente anche fino all’8 per cento. Si pagheranno solo i costi del debito col fisco, insomma.
Impignorabile la prima casa in cui il contribuente debitore risiede, a meno che non si tratti di villa (categoria A8) o dimora storica o di pregio o castello (categoria A9). Per gli altri immobili, la pigorabilità scatta se il debito è superiore a 120 mila euro.
Per i beni strumentali delle imprese (ditte individuali e società) sarà pignorabile solo un quinto di essi, qualora il valore degli altri beni risulti insufficiente. Prima vendita all’incanto di capannoni e macchinari non prima di 300 giorni, custodia comunque affidata all’imprenditore
Quinto dello stipendio o della pensione: il terzo pignorato dovrà pagare entro 60 giorni e non più entro 15. L’esattore non può intaccare l’ultimo rateo di stipendio o pensione versato sul conto corrente bancario o postale del contribuente, che dovrà mantenerne la piena disponibilità.