Per fare sport e renderlo sostenibile è necessario creare in città le condizioni a partire dall’irrinunciabile presenza di impianti sportivi idonei a favorire tale sviluppo. Ma a Martina Franca finora questo aspetto non è stato molto compreso dalla politica apparsa perennemente passiva e poco lungimirante al riguardo, forse perché abituata ad anteporre gli interessi personali a quelli della collettività. Qualche settimana fa vi avevamo raccontato dello stato attuale in cui versa il mitico stadio Tursi attualmente completamente abbandonato al suo destino in barba alla illustre storia dei settantanni compiuti dal Martina calcio. Vi avevamo detto anche che il campo comunale Pergolo, così com’è, appare piuttosto inadeguato per praticare calcio di un certo livello ed anche un Martina in Prima categoria ne ha saggiato le enormi difficoltà. Ma c’è anche un’altra struttura comunale, anche solo come semplice alternativa, finita nel dimenticatoio o meglio nei meandri della cattiva gestione della cosa pubblica: si tratta del campo comunale Angelo Fasano che, anche per la presenza massiccia di diverse società sportive nell’uso dello stadio Pergolo, poteva fungere da deterrente in caso di necessità. Lo stesso Campo comunale situato in contrada Cupa era stato attenzionato proprio dal Martina calcio per fare di necessità virtù in attesa di fruire di strutture migliori. Fermo restando che è inconcepibile che una città come Martina Franca non si sia ancora dotata dopo tanti anni di un campo regolamentare di calcio a 11 in erba sintetica, il campo comunale Cupa, per un campionato di Prima categoria o per le scuole calcio, poteva tornare utile senz’altro per gli allenamenti. Ma anche qui c’è da raccontare qualcosa che lascia sconcertati. Andiamo con ordine: Il terreno in sansa necessitava di alcuni interventi come il drenaggio che permettesse di renderlo praticabile. E così anche sulla scorta di questa esigenza il Comune di Martina Franca ha pubblicato sul suo sito ufficiale prima della fine del 2016 un avviso di indagine di mercato per i lavori di rimozione dello strato superficiale del campo da gioco dell’impianto sportivo “A. Fasano” con trasporto e conferimento presso discarica autorizzata e per la fornitura e posa in opera della relativa ricarica. Nelle solite premesse e cioè – si leggeva – che “è intendimento dell’Amministrazione Comunale favorire e divulgare la cultura dello sport e che il terreno di gioco del campo comunale “A. Fasano” necessita di interventi manutentivi straordinari, consistenti nel rifacimento della stratigrafia superficiale, al fine di garantirne buon drenaggio e uniformità e che ad oggi, de facto, l’unica struttura comunale ritenuta idonea dalle società sportive per le attività di allenamenti e gare di calcio a 11 è il “Pergolo”, l’Amministrazione Comunale, in attuazione del principio di sussidiarietà, intende affidare i lavori di rimozione di n. 5 cm dello strato superficiale del campo da gioco dell’impianto sportivo “A. Fasano” con trasporto e conferimento presso discarica autorizzata e la fornitura e posa in opera della relativa ricarica di 5 cm con sabbia di fiume e sansa con le opportune pendenze. Si specifica inoltre che l’importo massimo messo a disposizione dell’Amministrazione è pari ad € 15.000,00, compresa Iva ed altri oneri di legge”. Le istanze pervenute sarebbero state valutate sulla base dell’eventuale percentuale di ribasso offerta sull’importo messo a disposizione dall’Amministrazione. I lavori dovevano essere svolti tra il 9 ed il 13 Novembre 2016. E così il giorno 08 del mese di Novembre 2016 alle ore 10.00 presso i locali della sede Comunale di Martina Franca, furono aperte le 2 (due) offerte relative ai lavori richiesti. Evidentemente però nell’esecuzione degli stessi qualcosa è andato storto perché invece di risolvere il problema, si è peggiorata la situazione rendendo il terreno ancora più impraticabile e pericoloso per l’incolumità fisica degli atleti. Ora i quesiti legittimi sono i seguenti: 1) Chi doveva vigilare sui lavori affinché fossero eseguiti al meglio? 2) Di chi è la responsabilità dell’accaduto? 3) C’era un direttore tecnico dei lavori? 4) Perché sprecare quindicimila euro, che sono anche dei cittadini martinesi? 5) Che succede ora? 6) Chi paga le conseguenze? La città. Ora ci sono i sigilli anche al Cupa come al Tursi. E tanta sabbia in superficie sul campo, ma non si doveva giocare a Beach Soccer. E tanta acqua in caso di allagamenti. Un disastro completo. Povero sport. A Martina.