Mai così male dal 1977. In Puglia siamo al 19,2 per cento, ben peggio che nella già terribile percentuale nazionale del 12,8 per cento. La situazione dei disoccupati giovani, poi, è prossima al 50 per cento che si supera quando si parla delle ragazze. Di seguito un commento di Aldo Pugliese, responsabile regionale Uil, sui dati della disoccupazione diffusi oggi:
Continua ad imperversare l’emorragia dei posti di lavoro. Un tunnel dal quale si fa fatica ad uscire da oramai troppo tempo: nei primi tre mesi del 2013 il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 12,8%, in aumento dell’1,9% sul primo trimestre del 2012. Mai così male dal 1977, in un Paese appartenente al G8 e considerato tra quelli più potenti al mondo: un paradosso. In termini assoluti quasi 3,3 milioni sono senza lavoro. Ancora più rovente è il clima nel Mezzogiorno, dove è presente una vera emergenza sociale. In Puglia, nel primo trimestre 2013, il tasso di disoccupazione è balzato al 19,2%, cresciuto in maniera preoccupante rispetto allo stesso periodo dello scorso anno allorquando era al 15,6% (+3,6%). Ma a pagare il prezzo più alto della crisi sono i giovani. Se in Italia il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato, nel primo trimestre di quest’anno, al 41,9%, nel Mezzogiorno si sfonda il tetto anche del 45% con il picco del 52,8% della componente femminile. In Italia, complessivamente, 696mila giovani sono in cerca di occupazione in maniera attiva.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari sottolinea come “si stia respirando un clima di forte sfiducia soprattutto da parte dei giovani della Puglia, sintomo di come il macigno della crisi stia finendo sempre più sulle loro spalle. In quest’ottica è grave, nonché emblematica, la tendenza di numerosi talenti che abbandonano la nostra regione verso nuovi mercati, consegnando quindi la nostra regione ad un futuro sempre più povero, sempre più incerto. Sono necessari immediati investimenti in istruzione e ricerca per poter garantire un futuro degno di tal nome ai nostri giovani. Dunque bisogna mettere in campo politiche per la stabilità occupazionale, onde evitare che il rischio della perdita delle generazioni diventi realtà”.
“Inoltre – continua Aldo Pugliese – bisogna attivare con solerzia politiche per l’occupazione. Gli indici dell’Istat, infatti, non lasciano molto spazio ai commenti – occorre tornare a investire in modo da stimolare un aumento della liquidità che si tradurrebbe in un incremento dei consumi. E, dunque, in occupazione. E’ altresì utile un riordino degli assetti utili della Pubblica Amministrazione capaci di garantire in tempi brevi ed in modo efficiente il rilascio delle necessarie autorizzazioni. Quindi, l’apertura di piccoli e grandi cantieri per le infrastrutture ed in particolare per la logistica e per i trasporti. Tutte misure che darebbero notevole ossigeno a rilanciare la nostra economia e garantire lavoro sano e stabile”.