Al Sud l’espressione “disoccupazione giovanile” è diventata ormai di uso tristemente comune, basti pensare che, secondo gli ultimi dati rilevati da Istat, Censis, Cnel e Formez, 4 giovani su 10 sono senza lavoro.

Su questo tema scottante è intervenuto il consigliere comunale Pd Aldo Leggieri, che in una nota pervenuta in redazione analizza la situazione, partendo da uno strumento ritenuto urgente: il reddito di cittadinanza. “Vorrei soffermarmi su questo strumento, che diventa oggi quanto mai urgente. Ma come spesso accade desidero andare controcorrente… E magari tentando un’analisi”, esordisce Leggieri.

“Allora: ci sono delle difficoltà. E mi riferisco alle implicazioni in termini di costi, legittimità sociale, e cavilli amministrativi per realizzare il cosiddetto reddito di cittadinanza. Il problema è sempre lo stesso: contesto di ristrettezze fiscali, tagli di spesa pubblica, spending review a go-go e fragilità istituzionale. Ma c’è un ma. E vengo al dunque. Esiste cioè un’alternativa. Forse meno onerosa ma probabilmente più incisiva: la «garanzia per i giovani» (acronimo GpG, Youth Guarantee)”.

Cos’è allora la GpG? E’ un programma mirato, volto a conferire ai giovani entro i 25 anni il diritto a ricevere un’offerta concreta di lavoro, formazione o tirocinio qualificato entro quattro mesi dalla perdita del lavoro o dalla fine del percorso formativo (scuola superiore o università).

Uno strumento del genere esiste qui da noi in Italia?

“Ancora no. – prosegue Leggieri – e racconto qual è lo scenario nella vecchia Europa. Su iniziativa della Commissione Europea, i governi della UE si sono impegnati ad istituire programmi nazionali di GpG sulla base di un modello comunitario adottando un provvedimento del 28 febbraio scorso. Succede che i fondi europei andranno a sostenere finanziariamente l’operazione. Le organizzazioni sindacali, intanto, da noi, ne parlino, e lancino una petizione. E i partiti, se ancora esistono, e naturalmente mi riferisco al mio campo d’azione, il centrosinistra (senza trattino) si intestino la battaglia, non subendo le critiche dell’elettorato, ma aggredendo con coraggio il dibattito”.

A questo punto Leggieri sostiene che la GpG debba essere preferita al reddito di cittadinanza, e lo fa elencando 4 punti:

  1. La novità, attraverso questo strumento, è che si conferisce un diritto per tutti i giovani a ricevere assistenza dallo Stato: ma non in forma di sussidi ma tramite, invece, un’offerta concreta per riattivarsi e trovare la propria strada lavorativa.
  2. Sarebbe un segnale forte verso le nuove generazioni da parte di una classe dirigente (digerente) politica delegittimata, e parecchio.
  3. La garanzia per i giovani, cosi denominata, è un’iniziativa dell’Unione Europea. Si tratta di una programmazione vera di carattere comunitario, non di un eventuale impegno, come per il reddito di cittadinanza.
  4. Dulcis in fundo, la GpG è associata poi al potenziamento dei servizi pubblici per l’impiego, che da noi, in Italia, bisogna dirlo, non sono mai stati così utili ed efficienti (che farei passare alla competenza dei Comuni, il presidio più vicino al cittadino e non le province che vanno abolite).

Secondo Leggieri così si realizzerebbe uno scenario interessante, in cui i disoccupati ricevono un’assistenza personalizzata da parte di personale qualificato e gli imprenditori si fiderebbero maggiormente nel reperire buone risorse umane per le loro aziende. “Andare contro il conservatorismo, creando invece opportunità, giustizia sociale, lotta alle disuguaglianze, e modernizzare e rendere migliore la vita delle persone. Verso il progresso, ecco”.

Chiusura con un invito: “Ai giovani della Consulta invito a proporre anche questi temi da portare, secondo lo statuto, all’attenzione dell’Amministrazione Comunale. Sviluppate idee e proposte”.

Carlo Carbotti

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