“Non togliermi nemmeno una di queste rughe. Ci ho messo una vita a farle”. Con questa frase della grande Anna Magnani si potrebbe riassumere, simbolicamente, il senso vero di “bellezza” di cui si è voluto parlare nel corso dell’incontro “l’immagine della nonna nella pubblicità e nei media”che si è svolto giovedì 21 marzo presso la Sala degli Uccelli a Palazzo Ducale su iniziativa del Soroptimist di Martina Franca.
Un argomento di cui si discute da decenni, ormai, ma sul quale le riflessioni e i dibattiti non sono mai sufficienti a debellarlo. Purtroppo è così, bisogna dire, purtroppo si è costretti a dover continuamente ribadire come la donna sia innanzitutto un essere umano con una propria dignità intrinseca. Intorno a questo tema e alle ripercussioni sul fronte delle discriminazioni di genere, sono intervenuti nel corso dell’incontro Lucia Bongermino (psicologa, responsabile UTR-TA1), Brigida Sforza (dirigente Liceo Artistico “V. Calò), Mariella Schiavone (Presidente Soroptimist Martina F.), Margherita Perretti (vice-presidente nazionale Soroptimist), il Sindaco di Martina Franca Franco Ancona. Ha fatto da incipit “muto” agli interventi la proiezione del documentario di Lorella Zanardo “Il corpo delle donne”, che ha offerto un primo spunto per denunciare l’utilizzo denigratorio, umiliante e volgare riservato al corpo femminile. Ma la tv e la pubblicità, e i media in generale, danno al pubblico tutto ciò che fa vendere un prodotto e che fa audience. Prova ne è anche un grafico illustrato dalla relatrice Bongermino, nel quale si è evidenziato come un canale tematico del digitale terrestre, Real Tv, trasmettendo un reality in cui sono protagoniste bambine che vengono “trasformate” in “surrogati” di donne adulte, abbia incrementato i propri ascolti dell’un per cento di share in un solo mese di programmazione. Proprio su questo aspetto, stimolata da un nostro intervento, la dottoressa ha auspicato che siano le famiglie, la scuola, le istituzioni e le associazioni a lavorare per ribaltare questa situazione. Incontri, riflessioni, educazione al bello, quello vero, devono tornare a essere al centro dell’attenzione, per evitare che la bellezza esteriore sia una chimera da rincorrere a tutti i costi, anche a costo della vita. L’utilizzo del corpo della donna come merce di scambio non fa altro che disumanizzare la donna stessa, relegandola ad un semplice oggetto al quale viene dato un prezzo. Questa visione, ha detto la dottoressa, non fa altro che alimentare la tendenza al femminicidio, allo stalking e alla violenza in genere nei confronti del mondo femminile, in quanto si scatena il processo perverso per cui l’oggetto del desiderio non può essere perso da chi ritiene di possederlo. Per questo, non bisogna mai abbassare la guardia e utilizzare tutti gli strumenti necessari per combattere il fenomeno, che resta una vergogna per l’umanità.
Matteo Gentile