Ci si avvicina alle elezioni e iniziano i sondaggi: all’indomani della presentazione delle liste elettorali – che potrebbero subire qualche cambiamento dell’ultimo’ora prima di essere consegnate ufficialmente alle autorità – il centrosinistra parte avvantaggiato nella regione Puglia, con una forbice di consensi tra il 35% e il 45% per Pd e Sel, mentre l’eterno rivale berlusconiano del Pdl è dato – per ora – dal 15% al 25% dei consensi. C’è da aspettarsi che, così come è già avvenuto in questi giorni con l’annuncio di Berlusconi e della sua ridiscesa in campo che i consensi del Pdl si rafforzino in un rush finale contro due avversari: il centrosinistra e i centristi di Monti.
Non ci sono sondaggi ufficiali a Martina Franca, ma dalle domande che abbiamo rivolto alla gente e dalle risposte che hanno dato possiamo compilare un primo quadro della situazione che certamente cambierà con l’avanzare della campagna elettorale.
Innanzitutto, il territorio: c’è chi ha fatto delle primarie-farsa e chi no, con il risultato che non c’è alcun candidato martinese del centrosinistra mentre il centrodestra potrebbe averne due: ci sarebbe la conferma di Lino Nessa al Senato e si parla di Gianfranco Chiarelli in lizza per un buon posto alla Camera. Se ciò dovesse accadere ci sarebbe il ritorno, forse, del vecchio tandem democristiano Orlando-Caroli che ha segnato anche positivamente la vita politica martinese.
Si parla di Antonio Martucci, consigliere comunale per Italia dei Valori come candidato al senato nella lista Idv-Arancioni: ma qui ci sono maggiori dubbi, in quanto le intenzioni risalgono a ben prima che il movimento di Ingroia si associasse – o, secondo alcuni, fagocitasse – il partito di Antonio di Pietro.
Infine, per i martinesi, ci potrebbe essere una buona occasione anche per l’ex sindaco Franco Palazzo, che potrebbe essere candidato al Senato o alla Camera nella coalizione centrista, con l’appoggio del movimento Italia Futura di Montezemolo, o direttamente nella lista Scelta Civica per Mario Monti, la cui formazione, annunciata pochi giorni fa, non è ancora completata.
Pare ci sia un primo rifiuto: Giulio Dilonardo, il proprietario del Teatro Verdi, avrebbe rifiutato un buon posto nella lista di Futuro e Libertà, per ragioni probabilmente di maggiore impegno lavorativo; è probabile che comunque anche lui darà indirettamente la sua mano nelle prossime elezioni.
Anche nel Movimento 5 stelle di Beppe Grillo c’è un martinese in lista: si tratta di Giuseppe Chirulli, detto Josed, che è risultato tra i vincitori delle primarie parlamentarie (da non confondere con quelle fatte dal Pd qualche giorno dopo) e sarà in lista per il senato. Sul movimento grillino i sondaggi sono fluttuanti, e vanno dal 40% di quasi un mese fa a uno scarso 15%-20% di oggi: ma c’è sicuramente in terra jonica un consenso abbastanza sentito verso i temi di protesta e di cittadinanza attiva promossi dal comico genovese, per cui almeno i capilista del M5S dovrebbero riuscire a entrare in parlamento.
Insomma, ci sono candidati per tutti i partiti, tranne che per il centrosinistra. Eppure avrebbero potuto esserci. Negli scorsi giorni abbiamo seguito le linee di frattura createsi nel Pd: il commissario cittadino che si dimette e il consigliere regionale Donato Pentassuglia che si autosospende sono segnali che non possono essere trascurati. Su Pentassuglia ricordiamo che forse avrebbe voluto anche candidarsi, ma gli è stato fatto capire dal partito democratico che era meglio non insistere: la sua richiesta è caduta nel vuoto come quella dell’assessore regionale Amati e del consigliere Mennea, i quali però avevano chiesto anche la deroga per la raccolta delle firme. Una ipotesi di candidatura di Tonino Scialpi nata da Facebook non è stata presa in considerazione dallo stesso assessore alla cultura, mentre la velleità di Maria Miali di candidarsi è stata ignorata, preferendo il Pd jonico prendere al suo posto Vincenzo Angelini, ex Mpa ora in “quota Renzi”.
Il risultato è stato che la presenza nei listini di Michele Pelillo e di Ludovico Vico non permetteva un terzo rappresentante del territorio della provincia jonica in posizione alta nel listino, che avrebbe potuto perciò essere eletto. Infatti, dato che come nelle precedenti in queste elezioni si barrerà soltanto un simbolo, ad essere eletti saranno i parlamentari che rientrano fino a un certo numero nelle liste preparate dai partiti, ognuno con i suoi criteri.
Resterà da vedere quanti voti saranno dati per opinione politica e quanti invece vorranno premiare l’appartenenza al territorio dei candidati. Perché è vero che nel parlamento si è rappresentanti degli italiani tutti e non di un singolo territorio, ma è vero anche che i parlamentari e i senatori hanno un occhio attento verso la terra dalla quale provengono e della quale conoscono meglio i problemi. A proposito: la capolista del Pd al senato per il collegio in cui si vota a Martina Franca è la siciliana Anna Finocchiaro, persona stimatissima, ma della quale possiamo dubitare che conosca a fondo i pregi e i problemi del nostro territorio. Del resto, la sua visita a Martina Franca prima delle primarie parlamentari del Pd è stata anche annullata, per cui forse non conosce neanche come sia fatta la nostra città. Stando così le cose possiamo pronosticare che il Pd potrà prendere a Martina Franca meno voti di quelli che avrebbe dovuto prendere come conseguenza delle preferenze espresse alle elezioni regionali e comunali.
Daniele Milazzo