E’ stata la più brutta campagna elettorale degli ultimi cinquant’anni e su questo siamo perlomeno tutti d’accordo.
E stata incentrata sulla diffamazione, sulla provocazione, su tante bugie, ad un passo dalla rissa che fino a questo momento, fortunatamente si è evitata, soprattutto quando venerdì sera, i supporter di Pizzigallo hanno protestato sonoramente (con donne in testa) contro Emiliano e la coalizione di Ancona che occupavano il palco quando avrebbero dovuto liberarlo quindici minuti prima. Ebbene, c’è chi ha fatto passare quelle donne, quei ragazzi per squadroni di fascisti. La tensione è salita quando il gruppo di Pulito ha annunciato che, per collocazione politica naturale (centrodestra), avrebbe votato Pizzigallo. Apriti cielo. La sinistra è andata a gamba tesa sul suo leader.
Stampa venduta, imprenditori mafiosi, avvocati manovratori, malaffare, politici palazzinari e tanto di più, tutto questo è avvenuto in un mese e mezzo.
Per alcuni politici è sembrato come se il maligno si fosse impossessato di loro. Sembravano altre persone. E chi l’aveva mai visto Scialpi in quel modo. Era l’ombra di quella persona moderata, preparata, culturalmente di livello superiore, dal linguaggio forbito e educato, mai propenso alla parolaccia, al punto di essere sempre sembrato un comunista atipico che, per la verità, era maldigerito anche dai suoi stessi ‘compagni’ di partito.
La frase che più mi ha colpito è stata quella di un ex imprenditore caduto in miseria: “Sembra come se volessero rubargli l’osso”. Già, ma quale osso? Quello di una città stremata, umiliata, impoverita, disorganizzata, presuntuosa nella sua povertà che andrebbe azzerata e ricostruita, lasciando solo le proprie bellezze architettoniche, il capocollo, la granita caffè e panna dell’Adua, il bocconotto del Tripoli, il festival della Valle d’Itria. Nessuno si è confrontato con le soluzioni per ricostruire la città, come creare opportunità per i suoi abitanti, come dare lavoro ai disoccupati. Si è parlati di ‘opera di continuità’ ed è quello che mi ha fatto paura, la continuazione del nulla o di ciò di cui non ci siamo proprio accorti. C’è chi ha conosciuto l’agro per la prima volta, anche se è in politica da cinquant’anni. Per la prima volta la campagna elettorale si è giocata sui social. C’è chi ha addestrato una ventina di ‘guastatori’ che ogni qual volta c’era un commento ‘pericoloso’ gli si scagliavano addosso senza pietà. Io sono stato una di queste vittime. Giornalismo di parte? Solo perché ho scritto solo di fatti che non potevano piacere ad una determinata parte. Ma parlare di stampa senza opinioni è una bestemmia. Pochi hanno fatto caso che, almeno due giornalisti locali su tre, si sono schierati pubblicamente per uno dei due candidati, in particolare per Franco Ancona. Nessuno ha parlato che la maggiorparte di cantanti nazionali, musicisti, scrittori internazionali, si sono dichiarati per lo stesso rappresentante della sinistra. Si può essere imparziali quando si svolge un ruolo pubblico? Ognuno di noi vota, lavora, condivide i vari problemi della città, compresi i sacerdoti, il comandante dei Vigili Urbani, l’Ispettore di Polizia, il sacerdote, il chirurgo o il medico, i prefetti o i vice come il mio amico Michele Albertini, tutti i dirigenti e i funzionari comunali, i Giudici, anche il mio amico Lorenzo De Napoli con il quale ho giocato al pallone da ragazzo. Spesso i Giudici che dovrebbero essere al di sopra di tutto, si mettono in politica. Uno di loro, Pietro Grasso, è presidente del Senato e non ha mai nascosto la sua appartenenza politica, fino a, avvicinandoci verso casa nostra il presidente Emiliano o l’ex Procuratore Capo Franco Sebastio che recentemente si è candidato a Taranto. Emiliano è in aspettativa. Potrebbe dirne e farne quante ne vuole per poi tornare a fare il Magistrato. Figuratevi un piccolo giornalista o pseudotale, come qualche supporter della sinistra mi ha definito. Ma, sfortunatamente per loro io non sono di parte. Potrei martedì mattina ringhiare a Pizzigallo se diventasse sindaco, nello stesso modo come l’ho fatto per Ancona o ancor prima con Franco Palazzo e Leonardo Conserva. Ci conosciamo da quarant’anni, ma siamo stati più litigati che in pace con Gianfranco Chiarelli. Chiedete a ciascuno di loro. Da lunedì continuerò a fare il giornalista fino a quando sarò supportato dai grossi indici d’ascolto in televisione o dai risultati delle mie testate editoriali. A giudicare i numeri mi leggono e vedono anche quelli che mi criticano.
Ma la mia paura più grossa è quella che, dalla prossima settimana, la città sarà divisa. Intravedo rancore, odio, voglia di vendetta, chiunque dei due vincerà. Sarà molto difficile governare, soprattutto se vincerà chi riceverà il consenso di una piccola parte della popolazione. Domani andate a votare, non importa per chi, ma fatelo. Della vostra protesta se non lo farete, nessuno ne parlerà. Non facendolo è come se votaste comunque uno dei due. Non fate decidere ad altri per chi dei due. Ed ora cali il silenzio. Quello vero. Ci vediamo in diretta domani sera per la trasmissione elettorale dalle 23,00 in poi sul canale 631 di Video M Italia. Sperando questa volta di non cadere sulla sedia. Buon voto a tutti.
Antonio Rubino