Franco Marini è ufficialmente candidato alla presidenza della Repubblica. E ha probabilità altissime di farcela. E la poniamo in questi termini solo perché la certezza la dà il voto.
Il Pd lo ha proposto. Il Pdl, per bocca di Silvio Berlusconi in persona, ha detto che vota Marini. Renzi, del Pd, ha però detto “noi non lo votiamo”. Ma Scelta civica potrebbe far arrivare dei voti importantissimi per l’ex presidente del Senato. E poi ci sono anche i 58 voti dei delegati delle Regioni. Se non tutti, molti.
Allora, Franco Marini per farcela al primo turno ha bisogno di 672 voti, ossia i due terzi dell’assemblea dei grandi elettori (1007) che da domani mattina alle 10 alla Camera dei deputati voteranno per eleggere il capo dello Stato.
Un po’di conti: la coalizione di centrosinistra ha 496 fra deputati e senatori, ai quali vanno sottratti una cinquantina abbondante di renziani. Dunque il centrosinistra deve pescare 250 voti più o meno, per arrivare alla maggioranza qualificata richiesta nei primi tre scrutini. Il centrodestra, Pdl più Lega più Grande sud, ha 240 fra deputati e senatori. Ci siamo quasi. Con Scelta civica sarebbe ancora più rassicurante il margine, e con i 58 (sempre che siano tutti) delle Regioni roba da dormire su due guanciali. Su cui ancora però non può dormire, il candidatissimo alla presidenza, perché Vendola, del centrosinistra, dice che Marini non interpreta la necessità di cambiamento e dunque Sel potrebbe votare diversamente dal Pd (chiede a Bersani di “riflettere su Rodotà”, candidato del movimento 5 stelle); perché la Lega ha annunciato il voto per Manuela Dal Lago. E perché Scelta civica deciderà domani mattina. Insomma dovrà attendere fino alla immediatissima vigilia, Franco Marini, 81 enne abruzzese ex leader della Cisl, per sapere se diventerà al primo scrutinio, domani, il dodicesimo presidente della Repubblica italiana.