Riassumere un anno in un articolo non è cosa semplice, in quanto ci sarà sempre qualcuno o qualcosa di cui ci si dimentica o di cui si parla poco (nella migliore delle ipotesi, nda). Noi ci proviamo ugualmente, consci del compito comunque gravoso. Partiamo quindi dalla prima cosa per la quale il 2012 sarà ricordato a Martina Franca, e cioè il risultato delle elezioni comunali del maggio 2012, che hanno riconsegnato la città alla sinistra dopo le precedenti esperienze di centrodestra e una successiva (e quantomeno discutibile) amministrazione commissariale, che ha praticamente congelato le dinamiche cittadine fino alle elezioni. Dopo una campagna elettorale dai toni accesi, il 21 maggio 2012 il candidato di centrosinistra, Franco Ancona, ha la meglio al ballottaggio sullo sfidante di centrodestra, Michele Marraffa. È stato un risultato che si è delineato già pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, con Ancona che ha conseguito una vittoria netta, raccogliendo il 68,55% delle preferenze (pari a 16.945 voti), contro il 31,44% di Marraffa (7771 voti). Giova inoltre ricordare che al primo turno Ancona si era fermato al 40,97%, Marraffa al 25,86%. Ancona, e l’intero schieramento di centrosinistra, hanno imbastito una campagna elettorale basata su un concetto cardine, quello del «cambiamento» da portare in città, dopo anni di stasi e conseguente decadimento, sia a livello di vivibilità e servizi erogati ai cittadini, sia a livello di appeal per i turisti. Ed è proprio dal turismo che si è deciso di partire, imbastendo in fretta e furia un calendario di eventi estivi, che – nonostante alcuni elementi perfettibili – ha portato a Martina un grosso afflusso di turisti, attratti dalla programmazione offerta (oltre 15 mila visitatori nelle Sale Nobili di Palazzo Ducale). Dopo l’estate, l’impegno dell’Amministrazione (soprattutto con l’assessore Antonio Scialpi) per mantenere viva l’attenzione sulla città è proseguito, destagionalizzando l’offerta culturale e offrendo un calendario di eventi in grado di coprire tutto l’anno, dando nel contempo un volto nuovo ad una città ferma per troppo tempo.
In questi sette mesi l’Amministrazione si è occupata anche di altri temi come l’ambiente (con l’assessore Coletta) e il risanamento dei conti, tralasciando però alcuni capitoli, trattati forse con un po’ di pressapochismo (traffico nel centro storico, antenne selvagge, etc…).
Torniamo però ai conti. Il 2012 sarà ricordato per l’IMU e per la querelle durata diversi mesi sulle aliquote, con quella sulla prima casa tenuta al minino, e quella sulla seconda casa passata (fra mille polemiche) dal 7,6 per mille al 9,1 per mille. In quel caso maggioranza ed opposizione non se le sono certo mandate a dire, accusandosi reciprocamente di incompetenza e mancanza di educazione durante la discussione in Consiglio. Una cosa è certa: schermaglie politiche a parte, il risultato è stato quello di gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, già abbastanza vuote.
L’anno che va via sarà ricordato anche per il tornado che ha colpito Taranto e Statte, ma che non ha lesinato danni all’agro martinese. Arriveranno sì 400mila euro grazie all’azione del consigliere regionale PD Donato Pentassuglia, ma quella cifra coprirà solo in parte i danni subiti sia dalle strutture pubbliche che da quelle private. E ancora, ricorderemo quest’anno anche per gli eventi che hanno riguardato l’ospedale di Martina, fra tagli, chiusure di reparti, finanziamenti per il potenziamento, proclami e poi smentite per il nuovo nosocomio della Valle d’Itria, consigli monotematici (nonché monotoni e costosi) e il solito caos all’italiana, che poco ha fatto capire ai cittadini.
A proposito di tagli e spending review: ricorderemo quest’anno per il pastrocchio sul riordino delle province, provvedimento voluto fortemente da Monti per tagliare sprechi e stipendi inutili e poi finito a mare dopo le dimissioni dello stesso, avvenute pochi giorni fa. Dopo un discorso improntato all’unità fra i comuni della Valle d’Itria, c’era infatti stata la scissione, con Locorotondo che aveva accettato di aderire all’area metropolitana di Bari. Ma tutto rimarrà come prima, quindi addio riordino e basta (almeno per ora) alla lotta per la supremazia fra Taranto e Brindisi, di cui era stato deciso l’accorpamento.
Dopo tutti questi eventi negativi, il 2012 lo ricorderemo anche per una lieta notizia: stiamo parlando della vertenza ITN. Dopo diversi mesi di preoccupazione e sconforto, i lavoratori stanno vivendo infatti un Natale un po’ più tranquillo. La Regione, con una task force apposita, ha infatti preso in mano la situazione (con annessa richiesta di cassa integrazione) dopo il rigetto da parte del Ministero del Lavoro, che ha scontentato tutti: proprietà, istituzioni locali e ovviamente lavoratori. Ma c’è di più, la cassa integrazione non è un semplice «scivolo» verso il successivo licenziamento, ma qualcosa che porterà verso un nuovo orizzonte per azienda e lavoratori, che probabilmente coinciderà con l’auto-impiego attraverso la cooperativa. Il 2013 si preannuncia già abbastanza impegnativo, ma godiamoci gli ultimi scampoli dell’anno vecchio e il brindisi di San Silvestro. Per l’anno nuovo c’è ancora tempo.