Continua la maxi lotta al bracconaggio condotta dagli uomini del Comando Stazione Forestale di Martina Franca, a tutela dei boschi e zone protette del territorio di loro competenza. Dopo le numerose operazioni condotte nel 2012, che hanno portato al sequestro di decine di armi e relative munizioni, e alla denuncia di numerosi bracconieri, il 2013 vede già la seconda operazione in aree protette, dopo quella avvenuta nei primi giorni del nuovo anno nell’Oasi di Protezione Bosco Pianelle, che ha fruttato 3 denunce per esercizio venatorio in area protetta e introduzioni di armi all’interno delle stessa, oltre al sequesto di tre fucili da caccia calibro 12 e 20. Decisiva, in questo caso, è stata una chiamata pervenuta in centrale. A seguito infatti di una specifica segnalazione fatta da un cittadino al numero di Emergenza Ambientale 1515 del Corpo Forestale, gli agenti hanno provveduto al sequestro di armi e munizioni da caccia a due cacciatori in località Gravina di Colombato.

Il cittadino lamentava la presenza di cacciatori a ridosso di un terreno coltivato a vigneto, ove vi erano al lavoro alcuni braccianti agricoli impegnati, nei lavori stagionali. Gli stessi vivevano una situazione piuttosto pericolosa nonché estremamente fastidiosa,ricevendo infatti in testa i pallini delle cartucce, in caduta dei colpi sparati dai cacciatori. Lo stesso, dopo aver tentato di dialogare invano con i cacciatori per farli allontanare, ha provveduto a contattare il 1515 del Corpo Forestale dello Stato e la Centrale Operativa Regionale, che ha subito attivato la pattuglia di servizio. Gli agenti, arrivati dopo pochi minuti sul posto, hanno identificato e denunciato a piede libero i due cacciatori di Massafra, di 30 e 57 anni, che dai rilievi effettuati stavano esercitando la caccia in un’area protetta e precisamente nel Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine” ove l’esercizio venatorio è assolutamente vietato ed anche l’introduzione di armi non è consentito anche se scariche ed in custodia. Inoltre un terzo cacciatore si è immediatamente dileguato nella gravina sfuggendo al controllo e per lo stesso sono in corso indagini volte ad individuarlo. Ai medesimi sono stati sequestrati due fucili da caccia e le munizioni in loro possesso. I cacciatori rischiano la confisca delle armi e l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda fino ad oltre 12.000 euro.

Tali sequestri si aggiungono all’attività di tutela delle aree protette avviata già dal mese di settembre, dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato in tutta la provincia, per la salvaguardia della fauna selvatica e della flora, che ha portato già alla denuncia di 20 cacciatori e al sequestro armi da caccia, di richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, di munizioni e di fauna selvatica abbattuta illecitamente.

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