Con la sicurezza di chi è più che un maestro, Enrico Rava ha calcato il palco del teatro Turoldo accompagnato da quattro musicisti bravissimi come Attilio Troiano e Giuseppe Venezia, organizzatori del Basilijazz, Giuseppe Cristallo e Pasquale Fiore. Enrico Rava è il più famoso jazzista italiano: fa coppia fissa con Fabrizio Bosso, altro mostro sacro della musica, ed è stato nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministro della Cultura Francese.
Naturale quindi che gli altri quattro maestri apparissero a molti spettatori come scolaretti emozionati desiderosi di dare buona prova di sé davanti al maestro. Tutto il loro impegno è stato ascoltato e confermato da applausi scroscianti, meritatissimi.
In un concerto jazz vige la democrazia: suonando insieme a turno i singoli strumenti iniziano a fare assoli, a camminare per la loro strada, nel silenzio o con l’accompagnamento sottovoce degli altri, ripetendo fraseggi già ascoltati o variazioni sui motivi principali, che sono gli “standard”, i pezzi conosciuti e amati da tutti.
Enrico Rava si è esibito in applauditissimi assoli, ma soprattutto ha guidato i vari strumenti e i musicisti con la sua presenza, accostandosi ora al sassofono di Attilio Troiano, ora alla batteria di Pasquale Fiore, ascoltandoli da vicino mentre annuiva seguendo il tempo con gli occhi socchiusi. Gli occhi di Enrico Rava, lucidi e attenti nonostante i suoi 74 anni, sono stati quasi sempre chiusi: sotto le sue sopracciglia grigie strizzava o stendeva le palpebre ascoltando gli altri e suonando la sua tromba, immedesimandosi nei pezzi che venivano eseguiti, rimanendo a volte fermo sul palco, a volte invece ciondolando leggermente il capo all’indietro mentre si muoveva appena seguendo il ritmo della batteria.
Rava non ha dato solo prova di essere un grande musicista, ma di essere una persona semplice e scherzosa: ha invitato sul palco “un ragazzino” in realtà Larry Franco, organizzatore del concerto e della rassegna jazz del teatro Turoldo, per cantare alcuni brani. Rava, prendendo il microfono dopo minuti di applausi e richieste di bis ha esordito dicendo “ecco, forse non ci crederete, ma adesso in due minuti dietro le quinte abbiamo composto un brano, ma non sappiamo come chiamarlo, magari suggeriteci un nome” avvicinando poi la sua tromba al microfono e iniziando a soffiare le prime note di “Estate”, uno degli standard più famosi.
Un vivo complimento va quindi a Larry Franco che ha saputo organizzare questo evento, come ha rimarcato all’inizio, senza finanziamenti pubblici, reggendosi solo sull’incasso del botteghino e degli abbonamenti, con pochi sponsor, perlopiù appassionati frequentatori di concerti di qualità, come quello che il 20 gennaio vedrà sullo stesso palco Fabrizio Bosso, altro grande trombettista.
Daniele Milazzo