E’ andata in onda la seconda puntata della nuova serie di FACCIAMO PIAZZA PULITA Dopo l’annoso problema della differenziata a Martina Franca sulla diversa considerazione che gli amministratori comunali riservano ai chi abita in città, rispetto chi risiede in campagna, la nostra redazione si è trovata difronte ad un altro grande dramma, quello legato agli animali, in particolare ai cani. Per la verità, siamo stati interpellati ad occuparcene da una delle diverse associazioni animaliste del territorio. Da tanti anni, ovvero da quando faccio giornalismo, ho assistito a diverse lotte (non solo a Martina Franca), tra le diverse associazioni; tra queste e le amministrazioni comunali o provinciali. Spesso non sono andato in fondo alle ragioni perché ciò avvenisse. Mi illudevo che alla base ci fosse sempre l’esclusivo interesse per gli animali. Piano piano, mi accorgevo che le battaglie, alla fine, erano centrate soprattutto per altro: contributi e denaro. Gli animali passavano in secondo piano. Potrei citarvi tanti casi e riguardano diverse città, ma basta fare una semplice ricerca su Google per rendervi conto di cosa parlo. Gli animali erano spesso un pretesto. Molti uomini esprimevano la parte peggiore degli stessi cani, quella di avventarsi sull’osso, pronti a sbranare chiunque cercasse di portarglielo via. Ho raccontato negli anni tante brutte storie, ma ho anche documentato le strategie che avvenivano ed compreso anche il business, spesso anche di piccole somme, contributi richiesti più volte per la stessa ragione, come chi trova in un altro comune dei cuccioli, chiede denaro per farli sverminare, e vaccinare. Oggi è molto semplice: c’è facebook. Basta una bella foto, tanti: “Ma come son carini”, poi passa un po’ di tempo e rivedi gli stessi cuccioli in un’altra provincia perle stesse richieste, gli stessi vaccini. Gli animali sono le vittime ideali: non possono parlare. Ci sono tante dinamiche ad esse legate. Ad esempio, sapevate che anche il randagismo cela un buon affare? Ve lo spiegherò andando in avanti. Torniamo a parlare di associazioni (e non di volontari). Capite che ci deve essere qualcos’altro sotto che il semplice voler aiutare gli animali quando le vedi l’una contro l’altra. La maggiorparte sono così, ve lo posso assicurare. Anche nella trasmissione di ieri è emerso ciò. Non era mia intenzione invitare solo associazioni, ma soprattutto volevo mettere sotto i riflettori i cani e le loro condizioni. Ho chiamato le persone che conoscevo. Ebbene si è scatenato un putiferio. Proprio l’associazione Angeli dei randagi che aveva innescato il mio interesse sulla vicenda con dovizia di dettagli e particolari, proprio quando gli invitavo a parlarne pubblicamente faceva marcia indietro e dava la colpa al direttivo nel non voler partecipare alla trasmissione. Un’altra associazione, l’ENPA, invitata alla buona tramite un custode del canile, piuttosto che risponderci direttamente all’invito lo faceva sul proprio profilo che mai avremmo letto se qualcuno non ci avesse informati che non avrebbero partecipato. Scrivevano che non erano stati invitati (guardando la puntata capirete che è falso); che non gli interessava avere 10 minuti di notorietà e che lasciavano ad altri le luci dei riflettori. Per la verità noi non volevamo assolutamente dare a loro la luce dei riflettori, ci ha pensato la trasmissione STRISCIA LA NOTIZIA a farlo. In televisione abbiamo sì e no delle lampadine al led capaci di illuminare lo studio. Noi volevamo solo parlare dei cani. “Gli altri” erano evidentemente le altre associazioni o le persone che avevamo invitate. Sempre sul ‘maledetto’ social che di fatto ha killerato i rapporti tradizionali. Un altro signore addirittura faceva un video in diretta, pubblicando anche denunce fatte. Praticamente ce l’aveva con un’altra associazione ed avendo invitato una persona con la quale ha dei contenziosi legali, venivo aspramente attaccato sempre sul social. Praticamente, piuttosto che condividere una trasmissione che doveva servire a far emergere determinate situazioni, mi sembrava di essere in un’aula di tribunale. Tutto questo per dirvi che non bisogna essere associazioni animaliste per interessarsi dei cani, anzi. Il consiglio che vi do è quello di non dare mai contributi in denaro in nessuna occasione. Dategli crocchette, medicinali, pagategli il veterinario oppure tutto quello che occorre, ma non date soldi. Ci sono persone come Umberto ed Anna che accudiscono oltre un centinaio di cani tutti i giorni, non fanno parte di alcuna associazione, non hanno profili facebook ed un telefonino sul quale whatsapp sembra essere un marziano. Eppure queste due persone sono gli eroi dei cani di Martina e li trovate al canile comunale, diventati loro malgrado testimonial di quelle associazioni che hanno bisogno di vivere di luce riflessa. Prima di commentare la puntata di Facciamo Piazza Pulita, Vi invito a guardarla cliccando il link sotto.