Una serie di manifestazioni che possano esser di memoria e nello stesso tempo di stimolo perché la fraternità fra i popoli sia una priorità della politica internazionale e di quella mediterranea.
L’Assessorato al Diritto allo Studio e alle Attività Culturali, per celebrare la “Giornata della Memoria 2013”, ha promosso una serie di incontri con Scuole ed Enti per ricordare la tragedia della Shoah.
“Nella Città di Martina Franca – ha dichiarato l’Assessore al Diritto allo Studio e alle Attività Culturali, Antonio Scialpi – ormai è tradizione celebrare questa Giornata non solo come momento di riflessione storica ma anche come monito per i pericoli insiti nel ritorno a forme varie di razzismo e di pregiudizi razziali. Tra l’altro la persecuzione degli ebrei si inquadra storicamente nel grande scontro bellico della 2^ guerra mondiale, accentuandone la tragedia e le vittime della stessa guerra. I conflitti per motivi etnici, geopolitici ed i fondamentalismi di varia natura purtroppo continuano ad attraversare il nostro tempo, minando la convivenza civile e pacifica fra i popoli, specie quelli che vivono sulle sponde del mediterraneo”.
Da giovedì 24 a lunedì 28 gennaio, nel corridoio Ala D’Avalos e Pinacoteca, si svolgerà una mostra di pittura sulla Shoah intitolata: “I colori della memoria per la giornata della Shoah”, a cura dell’Associazione Arte & Fantasia di Talsano con gli artisti Giuseppe Barbieri, Maria Gallo, Cosimo Lezza, Raffaele Musio, Daniela Pulito, Rita Protopapa,Luciano Rochira, Rosario Rosafio.
Venerdì 25 gennaio, presso il Cinema Teatro Verdi, sarà proiettato un film appartenente alla cinematografia sulla Shoah, nell’ambito della promozione del cinema di qualità; domenica 27 gennaio, alle ore 10.30, presso la “Sala degli Uccelli” del Palazzo Ducale si terrà il dibattito sul tema: ”La Giornata della Memoria 2013, le ferite ancora aperte del ‘900”, con il docente Teo Pizzigallo dell’Università degli Studi di Napoli e la proiezione di un video sui problemi attuali, curata dal Reporter Rai Franco Guarino; lunedì 28 gennaio, nell’ambito della programmazione della Stagione Teatrale 2013, Moni Ovadia calcherà le scene del Teatro Verdi con la rappresentazione teatrale “Senza confini – Ebrei e zingari”.
Il culmine delle manifestazioni sarà lo spettacolo di Moni Ovadia, “Ebrei e Zingari – senza confini”, al Teatro Verdi, lunedì 28 febbraio.
“Ebrei e zingari è un recital di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche – ha dichiarato Moni Ovadia, regista e attore dell’opera – che mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che in tempi più vicini a noi si fa solitaria, si carica di un’assenza che sollecita un ritorno, un’adesione, una passione, una responsabilità urgenti, improcrastinabili. Senza confini è la nostra assunzione di responsabilità, la sua forma s’iscrive nella musica e nel teatro civile, arti rappresentative e comunicative che possono e devono scardinare conformismi, meschine ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente”.
Ebrei e “uomini” hanno per secoli incarnato per ragioni simili e specifiche, la radicale “alterità” alle culture dominanti dell’occidente cristiano. Gli ebrei per avere rifiutato la verità assoluta del Cristo che i poteri ecclesiastici volevano imporre, gli “uomini” pur avendo accolto il Cristo non volevano omologarsi ai modelli di vita e al conformismo dominante estraneo al loro spirito di libertà. Il nomadismo non era vocazione originaria, ma solo una risposta di dignità e di indipendenza per rispondere alle persecuzioni. I due popoli chiedevano solo di vivere secondo la loro identità senza nuocere a nessuno. Non fu loro concesso se non in brevi periodi ad arbitrio dei poteri, espressione delle maggioranze.
I due popoli fratelli a lungo hanno marciato fianco a fianco nella sorte, ma da quando il porrajmos-shoà ha marcato il culmine della comune tragedia, il popolo degli “uomini” si è avviato verso un cammino di sofferenza solitaria. Gli ebrei hanno cambiato la loro storia, hanno conquistato una terra, una nazione e il loro statuto di vittime del nazifascismo. Il loro immenso calvario ha avuto pieno riconoscimento e un immenso edificio di testimonianza, di memoria è stato costruito sulla Shoà e anche se la condizione ebraica è talora difficile, ancora sottoposta a pericolo, gli ebrei sono entrati nel salotto buono. Anche gli eredi dei persecutori di un tempo si mostrano e si dicono loro amici. Il popolo degli “uomini” invece molto spesso continua a subire il calvario del pregiudizio, dell’emarginazione. Ancora oggi è costume diffuso discriminare, emarginare, perseguitare bastonare gli “uomini”, ancora si possono bruciare le loro povere cose, ancora la polizia può vessarli e restringerli. Il porrajmos non è stato riconosciuto, grazie ad ignobili cavilli burocratici, il popolo degli “uomini” aspetta ancora giustizia e rispetto.
“Noi ebrei”, ha detto Moni Ovadia “primi fra tutti, abbiamo il dovere di alzare la voce contro la persecuzione di rom e di sinti, dobbiamo denunciare come malvagia e perversa l’esibizione dell’amicizia verso gli ebrei quando è usata per legittimare la mano libera contro i nostri fratelli “uomini” e contro ogni minoranza o alterità”.
Due manifestazioni, inoltre, previste all’Auditorium Comunale “V. Cappelli” organizzate dalle Scuole della città: mercoledì 30 gennaio, dalle 09.00 alle 12.00 e dalle ore 17.00 alle 20.00, “La forza di un ricordo” a cura dell’I.C. Chiarelli in rete con I.T.C.G. “Leonardo da Vinci”, I.C. “Grassi” e il Liceo Polivalente “Don Quirico Punzi” di Cisternino; giovedì 31 gennaio “Se il mondo fosse sempre a colori…” organizzata dall’I.C. “Giovanni XXIII°”.
Mercoledì 13, giovedì 14 e venerdì 15 febbraio il figlio della Shoah, Roberto Zargani, autore del libro “Per violino solo” porterà la sua testimonianza in varie scuole della citta.