Si è tenuto ieri, mercoledì 23 aprile, alle ore 19:00 presso la Sala Degli Uccelli, al Palazzo Ducale, il convegno dal titolo “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due testimoni del nostro tempo”. Il convegno è stato tenuto da Padre Cosimo Reho, docente di Dogmatica all’Istituto Pontificio di Teologia a Bari, Antonio Scialpi, assessore alle Attività Culturali del Comune di Martina Franca, e Mario Castellana, docente di Filosofia della Scienza all’Università del Salento. I tre, ognuno da una diversa prospettiva, hanno delineato un profilo dei due grandi uomini che domenica 27 aprile saranno canonizzati dalla Chiesa.
Il professore e assessore Antonio Scialpi ha evidenziato la figura di Papa Giovanni XXIII, sottolineandone l’importanza per aver inaugurato il ‘900, grazie alle sue avanzate intuizioni, con un’ottica da Secondo Novecento. Egli scrisse l’enciclica “Pacem in terris”, in cui invitava al dialogo tra credenti e non, sanciva la pace come valore preminente , trattava la condizione femminile (non restò cieco all’irruzione della donna nella Storia) e intuì la necessità di un Concilio. In questo Concilio, il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII dimostrò l’importanza di comprendere il senso del Cristianesimo nel percorso storico e introdusse una novità: la messa si sarebbe svolta con il parroco di fronte al popolo di Dio: non gli dà più le spalle.
Papa Giovanni XXIII fu definito un grande sapiente per la sua capacità di utilizzare parole semplici per eventi mondiali.
Papa Giovanni Paolo II visse il Nazismo polacco, poi il Comunismo, e questo lo ha portato ad apprezzare meglio la democrazia e ad incentivare la sua capacità di comunicazione. Si ricorda questo Papa proprio per la sua grande capacità di comunicare: parlava in radio con sicurezza e quel suo alzare la voce equivaleva ad un processo morale.
Nel 1989 il Papa venne a Martina e spronò i cittadini a preservare la salubrità dell’aria nella Valle d’Itria.
Il professor Padre Cosimo Leo ha tracciato un profilo critico teologico dei due Papi, partendo dagli studi di un teologo tedesco. E ha riportato dei divertenti aneddoti su Giovanni Paolo II che giocava con il suo adorato pitbull. Il teologo sottolinea il grande numero di epiteti con cui la stampa estera ha appellato Papa Wojtyla: il taumaturgo, il profetizzato, il martire, ecc.
Mario Castellana ha tracciato un profilo filosofico e laico del Papa polacco, partendo dal proprio libro sull’argomento. Ha riportato l’attenzione sull’importanza data dal Papa alla scienza, soprattutto galileiana. Ad egli si deve, infatti, l’aver riavvicinato la Chiesa alla scienza. Il Papa, utilizzando gli scritti di Galileo, fa comprendere alla Chiesa la differenza tra verità di fede e verità scientifica “Dobbiamo smettere – egli scrive – di considerare la Bibbia un testo scientifico e dobbiamo ringraziare Dio del dono di Galileo: ci ha liberato dal letteralismo biblico”. É infatti grazie a Galileo che nacque l’ermeneutica biblica per poter comprendere le parole del testo sacro, ma sotto un’altra ottica. Papa Wojtyla arrivò persino ad affermare che la teroria evoluzionistica è scientifica a tutti gli effetti.
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: due figure fondamentali perchè hanno avuto il coraggio di tracciare sentieri inesplorati.