Ieri sera la tradizionale offerta dei ceri del Sindaco al Rettore della Basilica si è svolta in maniera regolare, anzi forse quest’anno in maniera davvero “partecipata”, con un corteo civico compatto, dove gli amministratori (nonché il Parlamentare Chiarelli, l’assessore regionale alla sanità Pentassuglia e il consigliere regionale Laddomada) in prima fila hanno dimostrato coraggio dinanzi ad una paventata (e non verificatasi) manifestazione di sostenitori delle giostre (dov’erano questi “sostenitori”?) che su facebook parlavano di “pomodori da lanciare”. La realtà per fortuna è ben diversa da quella virtuale dove si preannunciavano chissà quali manifestazioni di protesta, poiché dinanzi alla solennità della consegna dei ceri la maggioranza dei martinesi ha partecipato attivamente, con una Chiesa stracolma all’inverosimile.
Partito il corteo civico, comunque, i giostrai hanno battuto le mani (in senso ironico ovviamente). Ma erano solamente loro. Non c’era nessuno a sostenerli. Neanche un martinese che si è unito a loro. Alla fine, nonostante sia sembrato che sulla faccenda giostre si perpetuasse l’atavica rivalità antinomica “krumiri e pipistrelli”, i cittadini dinanzi a San Martino si uniscono, tacciono, riconoscono con senso di riverenza la solennità religiosa e, da persone pratiche, non amano dissentire. Non è il loro stile.
In Chiesa il discorso del Sindaco che ha ricordato, dinanzi alle statue di San Martino e Santa Comasia, come la cittadinanza si sia dimostrata compatta in riferimento all’accoglienza dei profughi a Ortolini, parlando di “città della pace” dinanzi al Mons. Shomali, del Patriarcato di Gerusalemme (terra di conflitti veri); poi l’altrettanto incisivo discorso del Monsignor Santoro, quando ha detto “prego sempre perché vi siano politici che mettano al primo posto il senso di solidarietà”.
Comunque. L’atmosfera generale della festività è sembrata niente affatto sotto tono: le macellerie all’aperto erano stracolme. Sino alle 2.00 di notte. La gente c’era. Ci hanno guadagnato i nostri esercizi commerciali. I commercianti ambulanti che hanno deciso di non aprire ci hanno però rimesso, perdendo un’occasione che già hanno perso molte volte quest’inverno (quando pioveva e non hanno aperto). I giostrai, che hanno deciso di non montare al Pergolo hanno davvero perso la battaglia: avrebbero potuto aprire. I martinesi ci sarebbero andati comunque e avrebbero speso.