Sono le Sale D’Avalos ad ospitare i lavori di Fausto Maxia in una personale dal titolo “HORTUS EXCLUSUS – frammenti per una scrittura poetica”. Maxia classe 1957 ci racconta che il suo stile è mutato nel tempo passando da una prima forma di rappresentazione figurativa  a una  più ricercata. Si è avvicinato alla pittura all’età di 13 anni e da allora la passione per tempere, oli, acrilici e matite è via via cresciuta creando una  forte personalità artistica.

 

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L’atteggiamento verso l’arte è mutato nel 2000, quando il Maxia ha scelto di dedicarsi all’arte totalmente e di farlo per professione, studiando uno stile “informale” come egli stesso lo definisce. Osservando i lavori esposti è evidente quanto i simboli siano essenziali per l’artista che propone una grande cura del dettaglio. Tutte le opere sono realizzate con l’ausilio di una lente di ingrandimento, non potrebbe essere altrimenti. Sulla tela si presentano segni che ricorrono, affiancati con grande minuzia, in un ordine-non ordine che cattura l’attenzione.

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I caratteri, o segni, sono dettati dal gesto spontaneo e risentono della casualità. Essi ritrovano le loro radici nelle scritture del greco, studiato al liceo dall’artista, e del sanscrito. Il titolo della mostra  rappresenta un po’ uno spazio estraneo, un altrove in cui non si cerca di definire un ordine, perché non c’è, ricercando dunque uno spazio personale. E lo spazio nelle tele lo si ritrova in un gioco cromatico di segni grandissimi celati dietro a curve minuscole e sinuose.

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Nelle parole dell’architetto Gianfranco Cavaliere, che presenta l’opera leggiamo “Il lavoro di Maxia appare lontano dall’imperante barocchismo del panorama artistico attuale, assolutamente antibarocco, affatto virtuosistico o inteso a meravigliare, rigoroso, asciutto, condensato, quasi accademico, assoggettato ad una disciplina interiore prima che tecnica…di fronte al suo lavoro mi pongo più in ascolto che in osservazione, faccio funzionare gli occhi come fossero orecchie….”.

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La mostra, inaugurata  sabato 22 ottobre, resterà nelle sale del Palazzo Ducale di Martina Franca, per una settimana, il suggerimento a visitarla per l’unicità delle opere e per la dovizia tecnica dell’artista.

Evelina Romanelli

(Foto E.Romanelli)

Di Evelina Romanelli

Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .

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