Oggi pomeriggio si è svolto un incontro presso il Cav con un tema molto sentito: la presentazione della carta dei diritti dei disabili in ospedale, ovvero i quattordici punti base per garantire l’assistenza ai malati “normali” così come ai disabili nello stesso modo.
L’iniziativa rientra all’interno di una serie di incontri a livello nazionale: a maggio 2013 questa carta, mutuata da quella europea, è stata adottata in via sperimentale al policlinico Gemelli, a Roma; si tratta di una serie di linee guida che toccano le amministrazioni sanitarie, gli uffici delle Asl, le amministrazioni pubbliche e che sono volte semplicemente a garantire la stessa assistenza.
A relazionare per primo sull’argomento è stato Antonio Finazzi Agrò, presidente nazionale dell’Apis, l’associazione che ha promosso l’adozione di questa carta a livello nazionale. «Innanzitutto va chiarito che il termine “disabile” è un termine ombrello, che racchiude mondi diversi tra loro: un conto è provvedere che le strutture sanitarie, gli ospedali, non abbiano barriere architettoniche per persone con disabilità fisiche, un conto è formare il personale sanitario perché sappia cosa fare con persone che hanno disabilità psichiche».
«Vi sono situazioni – ha detto il vice presidente regionale di F.i.s.h. Puglia, Paolo Petruzzellis – in cui dei bambini con ritardi cognitivi hanno dovuto rifare due, tre volte degli esami come radiografie o tac perché erano venute mosse. Il personale medico e paramedico spesso non è adeguatamente preparato a trattare queste persone, e ciò causa problemi e frizioni con le famiglie dei malati».
Presenti all’incontro, oltre a tantissime persone, anche gli assessori ai servizi sociali di Martina Franca e Crispiano, il sindaco di Martina, Franco Ancona e il vicesindaco di Crispiano, la presidente del Tribunale del malato e il dirigente dell’Asl Ta1, il dottor Scattaglia.
Daniele Milazzo