Fin quando accadranno cose del genere, questo Paese non avrà futuro. A chiacchiere tutti dicono che la cultura è la vera miniera che ha l’Italia. A chiacchiere tutti dicono che la cultura, la formazione, il sapere, sono il vero patrimonio della comunità. Ancora: ogni tanto c’è il tentativo di abbassare, o eliminare, l’Ici o l’Imu per questo o quello, per organizzazioni o privati che hanno motivazioni più o meno giuste. Poi accade l’assurdo: l’accademia dei Lincei deve pagare l’Ici. Questa istituzione, che è un orgoglio per l’Italia e di cui tra l’altro fa parte il nostro più recente concittadino onorario (Cosimo Damiano Fonseca) viene chiamata come un evasore qualunque, dinanzi alla commissione tributaria, e arriva, come un evasore qualunque, perfino in Cassazione. Perché deve dare al Comune di Siena l’Ici arretrata. La norma, che la Cassazione ha dovuto applicare perché quella è, va contro l’accademia dei Lincei, perché l’unica norma che tutelava quella istituzione era una legge fascista (spero che adesso non venga in mente a nessuno di accostarmi ai fascisti) e gli uomini impegnati, oppure “impegnati” fate voi, nelle istituzioni democratiche non hanno fatto, tranne che a chiacchiere, il loro dovere per tutelare questo orgoglio nazionale. Ultima considerazione: il Comune di Siena ha trattato alla stregua di un evasore qualunque l’accademia dei Lincei. Comune di Siena… dunque, dove ho già sentito di recente, spesso, citare questo ente, legato a vicende di soldi…? (agostino quero)
L’Accademia nazionale dei Lincei dovra’ pagare al Comune di Siena 750 mila euro di Ici arretrata. Lo ha deciso la sezione tributaria della Corte di Cassazione. Si tratta di imposte contestate dal 2001 al 2007 per un immobile ora destinato ad attivita’ commerciale. L’Accademia si era opposta grazie ad una norma del 1944 secondo cui i Lincei sarebbero ”esenti da ogni imposta o tassa generale o locale, presente o futura”. Per la Suprema Corte la norma del 1944 non e’ piu’ in vigore. (ANSA)