Stasera alle 18.00 a palazzo ducale un incontro sul dialetto come patrimonio culturale
Dopo l’unità d’Italia e con l’avvio dell’alfabetizzazione obbligatoria, il dialetto ha subito una fase di “ostracismo” da parte dello Stato Italiano. L’intento era quello di abituare la popolazione all’uso di un linguaggio unico, la lingua italiana, che fosse un segno della raggiunta unità. Anche le attuali generazioni ultracinquantenni raccontano di insegnanti che “bacchettavano” gli studenti se utilizzavano termini dialettali, considerando il dialetto come segno di ignoranza o quantomeno di mancanza di rispetto. Da qualche decennio, al contrario, la globalizzazione dilagante sta creando un effetto inverso. Si tende cioè a valorizzare il dialetto come depositario di tradizioni e radici storiche nelle quali sono racchiuse suggestioni e significati che vanno ben aldilà della semplice nostalgia per il passato. Attraverso i dialetti è infatti possibile leggere la storia della nostra terra e cogliere mediante gli influssi linguistici il succedersi dei popoli e delle culture che hanno contribuito al formarsi della società in cui viviamo. Per questo motivo, stasera, 17 gennaio, il Comune di Martina Franca – Assessorato alle Attività Culturali, in occasione delle Giornata Nazionale dei dialetti e delle lingue locali, ha organizzato un incontro sul tema “Il dialetto come patrimonio culturale” che si svolgerà nella Sala degli Uccelli di Palazzo Ducale alle ore 18.00. Relatore sarà Giuseppe Gaetano Marangi, autore dei Dizionario del Dialetto martinese dal titolo “La parlata dei martinesi ed altri ricordi”, a dialogare con lui sarà l’assessore alle Attività Culturali, Antonio Scialpi. Presente il sindaco Franco Ancona. “Sarà un’occasione per ricevere informazioni culturali utili sull’identità linguistica della città – ha dichiarato l’assessore alle Attività Culturali, Antonio Scialpi -. E’ importante salvaguardare e conservare il patrimonio linguistico dei singoli territori, attraverso la prima grande opera sistematica del dialetto di Martina”.