Papa Francesco, in realtà, no è così diverso dal suo predecessore Benedetto XVI: tutti e due servi di Dio. Forse una diversità di modi, almeno superficialmente percepita come tale; ma il rigore e la capacità di autorevolezza di Bergoglio, e la sua capacità di ponderare le scelte, sono quelle di un grande pontefice come era stato anche Ratzinger.
Parole espresse da Sandro Magister, vaticanista dell’Espresso, nell’incontro di stasera inbasilica di San Martino, organizzato dal rettore della basilica, monsignor Franco Semeraro.
Magister ha evidenziato, nell’ora abbondante di una conversazione di indubbio interesse, che ancora una volta il corpo elettorale, ovvero i partecipanti al conclave, ha scelto chi è una spanna più su, per divenire papa. Ora c’era la necessità dhe fosse Bergoglio, lo avevano intuito i cardinali. Da un secolo e mezzo in qua, secondo il giosnalista, il conclave ci porta pontefici che sono grandissime personalità, certamente superiore rispetto alla media del corpo elettorale. Sono cioè degini di essere la guida della chiesa. Il sistema elettorale, lì in Vaticano, funziona.