Parte dalla Puglia la lotta all’usura derivante dal gioco d’azzardo. 30 mila famiglie assistite in 20 anni dalla Consulta Nazionale Antiusura e dalla Fondazione “San Nicola e Santi Medici” di Bari che gestisce un Fondo di Solidarieta’ Antiusura
Tra il 1994 e il 2013 il consumo di gioco d’azzardo per gli italiani – con una forte spinta commerciale riveniente dalla pubblicita’ diffusa sui media – ha segnato numeri record: da 7 miliardi (ai prezzi attuali) a oltre 90 miliardi come proiezione per l’anno in corso ovvero il 10% delle risorse che le famiglie italiane destinano ad acquisto di beni primari e secondari. Questi alcuni dei risultati contenuti nella ricerca “le dimensioni del gioco legale e illegale nelle province italiane e l’usura collegata” a cura della Consulta Nazionale Antiusura e dalla Fondazione “San Nicola e Santi Medici” di Bari che gestisce un Fondo di Solidarieta’ Antiusura. Alla presenza di centinaia di studenti delle scuole medie baresi in una sala della Camera di Commercio di Bari il nesso tra gioco d’azzardo e il fenomeno dell’usura e’ stato illustrato nel corso di un convegno da don Alberto D’Urso, presidente della Fondazione, “l’usura – ha detto – ha tante cause, tra le principali e ricorrenti c’e’ l’azzardo che ha registrato una crescita galoppante: la raccolta del comparto giochi e’ aumentata del 220% , con rischi di dipendenze comportamentali per le persone vulnerabili e gravi problematiche sociali e finanziarie come sovraindebitamento, riciclaggio di denaro sporco, usura e fenomeni concatenati alla droga.” Nel corso dell’iniziativa si e’ fatto riferimento anche ai dati dell’attivita’ svolta dalla Fondazione Antiusura con oltre 30mila famiglie ascoltate in 20 anni, 28 Fondazioni create nelle Diocesi italiane e con oltre 15mila famiglie direttamente assistite con le risorse del Fondo Antiusura. E’ stato inoltre reso noto un messaggio inviato dal cardinale Angelo Bagnasco, cui si parla di “impressionanti introiti del gioco d’azzardo che,oltre ad arricchire alcuni, vanno a confluire nel denaro pubblico, si trasformano ben presto in un onere pesantissimo per curare dipendenze nuove che non possono essere sottovalutate da nessuno, tanto meno dai responsabili della cosa pubblica. Scuotere le coscienze informandole sulla realta’ e’ il primo passo per formarle nella veritA .” La nota poi si conclude con un richiamo ” ai responsabili della politica affinche’ il problema sia affrontato non al ribasso ma con decisioni tempestive ed efficaci”