I conti con quadrano, probabilmente negli ultimi tempi l’attenzione aziendale sulla sicurezza è calata. Dopo un triennio fruttuoso senza infortuni, gli ultimi mesi ci ripropongono la triste realtà delle morti bianche all’interno dello stabilimento siderurgico. Ci chiediamo, come mai una tale improvvisa recrudescenza? Gli ottimi risultati registrati in termini di indici d’infortunio avranno un po’ fatto cullare l’azienda? Quesiti ai quali non riusciamo a darci una risposta. Magari vorremmo che l’azienda ci illuminasse un po’ sulla questione. Non è possibile continuare a piangere la morte di nostri colleghi.
Tutto questo non l’accettiamo. Vogliamo chiarezza e soprattutto maggiore attenzione da parte dei preposti aziendali, all’applicazione minuziosa delle pratiche operative e procedure di sicurezza. Per quanto ci riguarda continueremo ad informare e a formare le nostre Rls, affinché vigilino attentamente all’interno della fabbrica, verificando la corretta applicazione delle normative di sicurezza previste.
Mi auspico che Ciro Moccia sia l’ultimo “martire”, assurdamente colpevole solo di voler lavorare in maniera onesta. Alla famiglia Moccia giunga la solidarietà della Fim-Cisl di Taranto. Al collega Antonio Liddi, rimasto coinvolto nell’incidente, l’augurio di una pronta guarigione. Che dire? Siamo costernati. Sono tragedie che non vorremmo mai commentare.
Confidiamo nel buon lavoro di indagine, sulle cause dell’incidente, avviato dalla magistratura. Il nostro sciopero di 24 ore, proclamato unitariamente sia in Ilva che nell’Appalto e territorio, nasce per dire basta a questa assurda mattanza