Città e Campagna era negli anni settanta un periodico redatto dai giovani comunisti di allora, tra i quali Tonino Scialpi e Franco Ancona. C’era anche tale Lorenzo Micoli. Fu praticamente il secondo giornale locale redatto a Martina Franca dopo ‘Giorno per Giorno”. La ‘visione comune’ di Martina Franca, da parte dei due amici e compagni non solo di partito, non sappiamo se coincideva allora con quella che sarebbe diventata quasi cinquant’anni dopo la città che avrebbero amministrato. Di sicuro non avrebbero mai pensato che, quindici anni dopo, sarebbe venuto alla luce un bambino, chiamato Stefano, che avrebbe radicalmente cambiato le sorti sia della città che della campagna, alla vigilia del 2020. Quel bambino sarebbe diventato l’Assessore con il maggior numero di deleghe assessorili nella storia di Martina Franca. Le più importanti: Ambiente, Bilancio, Sport e Turismo, senza alcuna competenza specifica, ma solo con la sua acclarata gioventù supportata dalla nascita dei social che nulla avrebbero avuto a che fare con il socialismo dei tempi di Ancona e Scialpi o dall’esercito dei selfie con l’esercito dei ‘surf’ di Catherine Spaak . Purtroppo, sia sulla città che sulla campagna avrebbe inciso, negli ultimi cinque anni, proprio l’assessore all’ambiente, unitamente all’indotto dei suoi dirigenti competenti e i funzionari al ramo, a detta di alcuni il più disastroso dai tempi del primo sindaco Alfonso Motolese, fino ai giorni nostri. Certo, c’è chi dice che ancor peggio sia andato allo sport che, negli ultimi cinque anni, è coinciso con la scomparsa del calcio, della pallacanestro e non solo. Dalle scene calcistiche sia professionistiche che semiprofessionistiche, è sparita la squadra di calcio che era arrivata a giocare finanche con Juve e Napoli. Chi non si ricorda quello stadio gremito in ogni ordine di posto, le urla assordanti, il campo ci calcio calcato da giocatori che si chiamavano Catalano, Laudisa,Pellegrini, Alpini, Panozzo, Cesari fino ai più recenti Montalto e Campolattano? Calciatori che hanno calcato la terra battuta del Tursi, poi diventata erba, poi ancora campo di patate e finalmente tornato a sembianze accettabili negli ultimi mesi. Oppure quella pallacanestro iniziata sull’asfalto del vecchio campo boario con giocatori che si chiamavano Adriano Greco, il miglior cestista martinese, per poi diventare la disciplina sportiva più praticata, per un certo periodo, dai nostri ragazzi, grazie anche a quel meraviglioso (ed oneroso) Palazzetto dello Sport, fatto costruire sotto la presidenza della Provincia di Taranto di Marcello Cantore che ha visto disputarsi dei campionati prestigiosi, grazie all’ingresso in quella disciplina di un noto imprenditore, così come lo era stato per il calcio un gruppo imprenditoriale definito ‘Potere occulto’. Pallacanestro finita con una ipotesi di truffa sportiva che ci ha sputtanati in tutta Italia con l’Assessore rimasto in rigoroso silenzio. Oggi si discute sull’obiettivo di come far diventare area mercatale quello stadio storico, donato al Comune di Martina Franca o come ‘riutilizzare’ il Palazzetto allo Sport, in assenza di campionati importanti, se non per i raduni degli arbitri, voluti dallo stesso Assessore (ex arbitro con poco successo) o per le riunioni sulla differenziata. Un altro disastro è stato creato al Campo Cupa, vicino al noto depuratore, le cui conseguenza delle relative problematiche hanno caratterizzato gli ultimissimi anni con una miriade di problemi. Al campo Cupa, al posto del terreno, avevano messo la sabbia pensando di disputare un campionato di beach volley, rendendolo di fatto impraticabile per alcuni mesi. Quel campo che per la verità si chiama ‘Angelo Fasano’, dedicato a quel professore promotore di tanti tornei di calcio giovanile del CSI, nelle cui squadre hanno militato tanti di noi, ragazzini di allora, cinquantenni di oggi. E’ pur vero che la fine di tutto questo è avvenuta soprattutto negli ultimi cinque anni, forse per casualità e non per colpe oggettive (??) o forse solo per mera sfortuna e non incapacità. Tuttavia è stata istituita la festa dello sport, una grande parata di sportivi nelle strade della città. Chi se ne frega se per i restanti 364 giorni mancano le strutture sportive? Tornando a Città e Campagna: è diventato un brand spesso riutilizzato da Ancona e Scialpi. Nel 2014, poco dopo il suo insediamento, il Sindaco invitò i suoi colleghi dei Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Cisternino, Ceglie Messapica, Fasano, Locorotondo, Noci, Ostuni, Putignano per una proposta di protocollo di intesa, finalizzato alla presentazione di una comune manifestazione di interesse, per continuare a perseguire la tutela e la valorizzazione dei paesaggi rurali. L’incontro fu organizzato per proporre la candidatura associata da parte dei Comuni appartenenti al “Parco multifunzionale della Valle dei trulli” per la presentazione di manifestazioni di interesse per la redazione di uno Studio di fattibilità del Progetto Integrato di Paesaggio “Patto Città-Campagna”. Il bando fu finalizzato alla redazione di progetti di comune interesse per il territorio della Valle d’Itria e della Murgia, per dare la possibilità di prepararli per il nuovo sostegno europeo allo sviluppo del turismo e delle risorse agroalimentare. Oggi la Città e la Campagna sono sotto lo sguardo di tutti. Stanno vivendo il peggior momento della loro storia. Ma ciò che fa più rabbia è che, piuttosto che ripulire immediatamente dall’immondizia sia il centro urbano che l’agro sporcato dagli sporcaccioni, rendendolo presentabile come assoluta priorità, per poi successivamente fare la guerra ai bastardi (come li chiama l’Assessore), si utilizzano tre Vigili Urbani per accompagnare un operatore ecologico a rovistare nelle buste lasciate in campagna al fine di risalire ai responsabili. Praticamente ci si castra per far dispetto alla propria moglie. Nelle prossime due settimane arriveranno i turisti e gli presenteremo il peggior territorio che abbiano mai potuto immaginare di vedere. Fortunatamente, ancora per questa volta, non sarà praticata loro la tassa di soggiorno. Ci vorrebbe il senso del pudore da parte di tutti, ma ho l’impressione che prevalga la faccia di bronzo
Antonio Rubino