Impietosa l’analisi di Unioncamere. Ogni giorno si sono chiuse, nel 2013, in media 76 imprese contro le 67 nate. Martedì 25 febbraio la presentazione a Bari dello studio dell’associazione dei commercianti
Continuano ad arrivare i bilanci delle associazioni di categoria sull’andamento delle aziende nello scorso anno. Il saldo delle aziende, tra nate e chiuse, è molto negativo, – 3000 nell’arco dell’anno. Martedì 25 febbraio la presentazione a Bari dello studio di Unioncamere per cercare di comprendere il fenomeno e tentare di trovare soluzioni condivise in grado di contenerlo se non di invertirne la tendenza nell’immediato futuro. Nel 2013 in Puglia si sono infatti perse 27mila aziende, mentre ne sono nate 24mila. Come dire che ogni giorno sono nate 67 imprese ma ne sono morte 76. Una selezione che ha interessato soprattutto forme societarie meno strutturate, laddove invece le performance delle societa’ di capitali, come del resto avviene anche in altre regioni d’Italia, sono risultate migliori. Lo scorso anno, inoltre, c’e’ solo una tipologia di azienda che e’ aumentata di numero, quella con un addetto. Il che vuol dire, si precisa in una nota dell’Unioncamere Puglia, che l’autoimpiego e’ diventato una alternativa ricorrente al dilagare del calo dell’occupazione, piu’ marcato in Puglia rispetto alla media nazionale e a quella del Mezzogiorno. E ancora: qual e’ la capacita’ delle imprese pugliesi di produrre ricchezza, quali sono i comuni della regione con maggiore presenza aziendale, come siamo messi con gli adempimenti dell’agenda digitale, quali prodotti dono stati piu’ esportati nel 2013 e verso quali Paesi? C’e’ questo ma anche altro nell’analisi “Competere? e’ un’impresa. l’economia pugliese nel 2013”, lo studio di Unioncamere Puglia che verra’ presentato, alla presenza del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e di Unioncamere Puglia Alessandro Ambrosi martedi’ 25 febbraio alle 10,30 presso la Camera di Commercio di Bari. “Un’indagine molto utile – dice il presidente di Unioncamere Puglia Alessandro Ambrosi – per tutte le istituzioni e soprattutto per un ente come la Regione Puglia che fa programmazione. Numeri e scenari che valutiamo necessari per gli interventi da realizzare a vantaggio del tessuto socio-economico del nostro territorio, per poter agganciare concretamente la ripresa”.