Approvata la proposta di Sel, ma Pdl-FI chiede ulteriori interventi per la terapia del dolore
Anche in Puglia si potrà utilizzare la “cannabis” per uso terapeutico. La terza commissione consigliare della Regione Puglia, presieduta da Dino Marino (Pd), ha infatti approvato all’unanimità la proposta di legge che disciplina le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. Adesso tocca al Consiglio regionale approvare la proposta di legge che, in sostanza, concretizzerebbe la sperimentazione della cannabis nella terapia del dolore come dal 2010 avviene nell’ospedale di Casarano. In caso di approvazione, in pratica, tale uso potrà essere esteso anche al domicilio dei pazienti e con il pieno coinvolgimento dei medici di famiglia. L’iniziativa è stata portata avanti dal capogruppo di Sel, Michele Losappio, che ha raccolto in commissione le cinque firme necessarie per consentire alla proposta di legge una corsia privilegiata di accesso alla discussione in aula. La Regione Puglia adottando questa normativa si andrebbe ad allineare ad altre regioni italiane, recependo un percorso nazionale sancito da una legge del governo Monti (n.38 del 2010) che ha reso possibile l’uso di alcuni derivati naturali o di sintesi dei cannabinoidi per la cosiddetta terapia del dolore su pazienti affetti da patologia cronica o da malattia terminale, come cura palliativa del dolore e di altre forme di disabilità fisica e mentale. La legge approvata dalla commissione è composta da sette articoli e si pone l’obiettivo di ”completare con uno strumento normativo questo percorso prevedendo e disciplinando anche la possibilità di un ricorso extra-ospedaliero”. I cannabinoidi di fatto saranno considerati alla stregua di farmaci iscritti nel prontuario nazionale. La proposta di legge di SEL è stata ben accolta anche da parte del gruppo PDL-FI, che tuttavia ha sollevato la presenza di un ulteriore problema da risolvere. Il presidente del Gruppo PdL-FI, Ignazio Zullo, afferma che “il punto di arrivo deve essere la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali nell’ambito della rete di cure palliative e di terapia del dolore in modo tale da garantirne l’assistenza in modo integrato, globale ed omogeneo e a pari livelli di qualità in tutto il territorio regionale”. Zullo lamenta la mancanza di adeguate strutture residenziali di cure palliative (hospice), insufficienti in Puglia rispetto al fabbisogno e ritiene di primaria importanza la creazione di una reale rete assistenziale nella patologia neoplastica nella quale i singoli nodi (hospice, assistenza domiciliare, ospedale) siano adeguatamente sviluppati e possano colloquiare tra loro. Questo perché “il dolore è tra tutti i sintomi quello che più mina l’integrità fisica e psichica del paziente e maggiormente angoscia e preoccupa i familiari, con un notevole impatto sulla qualità della vita e rappresenta uno dei principali problemi sanitari in quanto interessa tutte le età, incide sulla qualità della vita delle persone e, in particolare nella forma cronica, si stima che abbia un’incidenza nella popolazione di circa il 25-30%”.